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Francia, nei primi nove mesi fatturato farmacie 41 miliardi di euro

17 Novembre 2022

Segna tempo sereno il barometro delle farmacie francesi, che nei primi nove mesi di quest’anno totalizzano un giro d’affari di 41 miliardi di euro contro i 36 raccolti in media nello stesso periodo degli anni precedenti. I numeri, riportati dal Quotidien du pharmacien, arrivano dalla società di analisi Gers Data e disegnano un quadro dalle tinte brillanti ma con qualche ombra, in particolare per inflazione e farmaci ad alto costo.

La buona notizia è che il drastico calo delle visite ai medici (-10% tra settembre e ottobre rispetto al 2021), così come la stagnazione dei teleconsulti (che rimangono il 3-5% del totale) non hanno inciso più di tanto sull’attività delle farmacie. Al contrario, «è il segno che la farmacia assorbe un numero crescente degli accessi di prima istanza» commenta Patrick Oscar, direttore generale di Gers Data. Il calo che ne consegue in termini di ricette per farmaci rimborsati è compensato da un significativo aumento delle prescrizioni ospedaliere spedite dalle farmacie del territorio (in Francia non c’è la distribuzione diretta). «Nelle ultime quattro settimane abbiamo registrato un aumento del 6% rispetto al periodo di riferimento del 2020, trainato principalmente dalle nascite in ospedale», osserva Oscar.

Continua a crescere l’incidenza dei farmaci ad alto costo, con prezzo sopra i 1.930 euro: rispetto al 2017 i consumi sono triplicati a confezioni vendute, a fatturato invece la crescita è stata di quattro volte. E così, se a unità questo segmento rappresenta appena lo 0,08% dei volumi venduti in farmacia, a fatturato rappresenta il 22%.

Il ritorno delle patologie invernali e la rimozione degli obblighi relativi a mascherine e distanze, infine, soffiano sui cons8umi di farmaci di automedicazione. Mal di gola, tosse e diarrea tirano il mercato mentre, all’altro estremo, dolori articolari e muscolari sono in declino. «La crescita del selfcare è trainata per 52 milioni di euro dall’innovazione, vale a dire referenze che non erano sul mercato nel 2021» osserva David Syr, vicedirettore generale di Gers Data che indica «ma pesa anche l’inflazione, che spinge i prezzi di un 3,3% a perimetro omogeneo. Ma alcuni prodotti, come la nutrizione infantile, gli aumenti sono anche di 6 punti».