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Francia, tagli a sconti sui generici: verso l’arbitrato governo-farmacie

5 Luglio 2025

Potrebbe arrivare già la prossima settimana la decisione finale del governo francese sulla contestata riduzione dello sconto massimo (“remise”) di cui beneficiano le farmacie sui medicinali generici. A dare l’annuncio è stato Philippe Besset, presidente della Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France), secondo cui il primo ministro François Bayrou sarebbe pronto ad arbitrare sulla misura entro il 14 luglio. La partita è delicata: da un lato l’esecutivo, diviso tra il ministero della Salute e quello dell’Economia; dall’altro i farmacisti, che da settimane protestano contro ogni ipotesi di riduzione del tetto attuale, fissato al 40%.

La “remise générique” rappresenta lo sconto massimo che le aziende produttrici di generici possono riconoscere ai farmacisti in fase di acquisto. Da anni, il tetto del 40% è una leva fondamentale per l’equilibrio economico delle farmacie francesi. La volontà del governo di abbassare la soglia al 25% o addirittura al 20%, trapelata il 20 giugno, ha acceso un fronte di protesta che ha portato a uno sciopero delle reperibilità e a una manifestazione nazionale il 1° luglio.

Il giorno successivo, Besset si è recato a Matignon per chiedere un intervento urgente, sottolineando che la decisione avrebbe impatti decisivi sul futuro della rete farmaceutica. «Tutto si deciderà nei prossimi giorni» ha dichiarato all’uscita, spiegando che «se l’arbitrato non sarà soddisfacente, sarà necessario prepararsi a una mobilitazione di lungo periodo». La sessione parlamentare si chiude l’11 luglio, e i sindacati hanno invitato i titolari a contattare in queste ore gli eletti dei loro territori per sensibilizzarli sul rischio economico per le farmacie.

Nel frattempo, il governo ha pubblicato il 3 luglio un “arrêté” che proroga il tetto attuale del 40% fino al 1° agosto. Una proroga solo tecnica e “a titolo provvisorio”, che concede un mese di tempo per trovare una soluzione condivisa. Ma il calendario appare estremamente compresso: secondo indiscrezioni, il premier dovrebbe partire per le ferie estive a metà luglio, il che impone una decisione entro pochi giorni.

I sindacati Fspf e Uspo (Union des syndicats de pharmaciens d’officine) si sono detti fortemente contrari a ogni ipotesi di taglio. «Il 40% è la nostra linea rossa. Non accetteremo nemmeno il 39%» ha ribadito Guillaume Racle (Uspo), che denuncia il metodo seguito dal governo: «Abbiamo saputo il 20 giugno della riduzione al 1° luglio, poi il 3 luglio apprendiamo che la proroga si ferma al 1° agosto. Nessuna data ufficiale per una vera concertazione. È una decisione unilaterale, non un dialogo».

La proposta dei sindacati non è un semplice rifiuto, assicurano. Fspf e Uspo hanno avanzato controproposte, per esempio modulare le soglie di sconto in funzione del prezzo del farmaco. «Siamo pronti a discutere, ma serve una volontà politica vera» afferma ancora Besset, che avverte: «Se il governo deciderà da solo, vivremo con quella scelta per mesi. Per cambiarla, servirà un intervento del Parlamento e bisognerà attendere l’autunno, con la discussione della legge di finanziamento della sicurezza sociale (Plfss)».