Il sindacato francese dei farmacisti titolari Uspo ha presentato un pacchetto di proposte diretto ad ammorbidire i paletti deontologici in materia di comunicazione al pubblico per quanto concerne i servizi e i prodotti dell’extrafarmaco. A riferirlo un articolo pubblicato ieri dal Quotidien du pharmacien, nel quale si rivela che gli interventi sono già stati inviati alla Commissione Ue per un parere come richiede la direttiva 2015/1535 (obbligo di comunicazione preventiva delle proposte di testi normativi che possono incidere sulle condizioni del mercato interno).
Il sintesi, l’Union des syndicats de pharmaciens d’officine vuole aggiornare il codice deontologico del farmacista per ritagliare uno spazio più adeguato alla comunicazione dell’officina sui temi della prevenzione e dei servizi. Il progetto di decreto è all’esame di Bruxelles dalla fine di novembre e potrebbero essere chieste modifiche, ma la bozza già indica con chiarezza la direzione delle riforme che reclama il sindacato titolari.
Il testo, in particolare, allinea il perimetro deontologico alle pratiche oggi diffuse, senza rinunciare ai principi essenziali dell’Ordine. La disposizione destinata a incidere maggiormente sulle attività delle officine è l’articolo R.4235-39, che riconosce al farmacista la libertà di comunicare al pubblico o ai professionisti sanitari informazioni «scientificamente fondate» sulle attività della sua farmacia o su temi di salute pubblica, purché espresse «con tatto e misura» e nel rispetto degli obblighi deontologici. Per Lucie-Hélène Pagnat, direttrice generale dell’Uspo, «finora il quadro regolatorio era piuttosto restrittivo. Questa riforma permetterebbe un aggiornamento più conforme alle pratiche che già esistono oggi. La redazione del progetto è coerente perché mantiene i principi essenziali difesi dall’Ordine: si regolarizzano pratiche in uso elevando al tempo stesso il livello di ciò che è autorizzato e insistendo su una comunicazione non promozionale».
Secondo il sindacato, l’accento posto dal nuovo impianto sulle «questioni di salute pubblica» rafforza il ruolo del farmacista nella prevenzione, ma rende cruciale distinguere l’informazione legittima dalla pubblicità. Anche in futuro resterà un margine interpretativo, osserva Pagnat, ma i messaggi delle autorità sanitarie potranno rappresentare un riferimento per valutare la coerenza delle comunicazioni della farmacia: «Se un farmacista viene accusato di fare pubblicità, il consiglio regionale dell’Ordine potrà confrontare i suoi messaggi con quelli istituzionali».
Un’altra innovazione di rilievo è l’articolo R.4235-47, che abilita le officine a indicare nei repertori pubblici e nei siti web dei network di appartenenza (groupement e réseau) non soltanto indirizzo e orari, ma anche «prestazioni, missioni e attività». In pratica, sarà consentito comunicare la disponibilità di servizi come i test rapidi (Trod), gli incontri di educazione terapeutica, la vaccinazione. «Il farmacista potrà informare più facilmente i pazienti» osserva Pagnat, aggiungendo però che anche in questo caso serviranno sobrietà e neutralità: «niente formule come “Trod in meno di cinque minuti”, né riferimenti a gratuità, efficacia o elementi promozionali».
La bozza introduce inoltre un chiarimento sulla vendita di prodotti non soggetti a ricetta: potranno essere oggetto di giornate di informazione o promozione nelle farmacie, e potranno prevedere vantaggi o meccanismi di fidelizzazione, purché di valore trascurabile. Se confermata nel testo definitivo, questa norma metterebbe i farmacisti sullo stesso piano degli altri canali che vendono prodotti equivalenti senza vincoli professionali.
Nel complesso, la riforma delineata punta a modernizzare il codice deontologico della farmacia francese, riconoscendo la centralità del ruolo del farmacista nell’informazione sanitaria, ma senza cedere a derive commerciali. Un equilibrio che, sottolinea l’Uspo, mira a tutelare la credibilità dell’officina mentre si ampliano i suoi compiti in prevenzione e servizi.