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Genericisti preoccupati per la richiesta Ue di ridurre il consumo di energia

21 Luglio 2022

Ha subito destato preoccupazione nell’industria farmaceutica la richiesta della Commissione Ue agli Stati membri di ridurre il consumo di gas del 15% (circa 45 miliardi di metri cubi) per “anestetizzare” un’eventuale interruzione delle forniture russe quest’inverno. In una nota diffusa ieri, per esempio, Medicines for Europe (l’associazione che rappresenta i produttori di generici e biosimilari) ha esortato i Governi a mantenere gli approvvigionamenti verso i loro siti «anche in caso di restrizioni energetiche».

«Abbiamo oltre 400 stabilimenti di produzione in tutti i Paesi europei e forniamo il 70% dei farmaci dispensati in Europa» ricorda l’associazione «per questo chiediamo una priorità speciale in caso di carenza di energia».

La nota, in particolare, chiede che venga applicata «la stessa cooperazione creativa e costruttiva con le autorità sperimentata nel 2020 durante la pandemia di covid-19, per mantenere la produzione di medicinali di fronte ai rischi dell’approvvigionamento energetico».

Molti dei farmaci più critici, ricorda Medicines for Europe, richiedono riscaldamento e raffreddamento altamente specializzati per la loro produzione e consegna a ospedali e cliniche. Ciò richiede una fornitura continua di energia, gas o elettricità. «La produzione di medicinali non può essere semplicemente disattivata per alcuni giorni e riaccesa. Anche un arresto temporaneo della produzione richiederebbe uno sforzo enorme». Inoltre, le catene di approvvigionamento dei medicinali stanno attualmente operando in condizioni di enorme stress a causa della guerra in Ucraina, delle interruzioni legate al covid, dei colli di bottiglia della logistica e dell’inflazione. Un’interruzione della produzione legata all’energia avrebbe effetti dannosi sulla fornitura di medicinali essenziali ai pazienti nell’Ue e nel mondo, poiché la nostra industria è un fornitore globale».