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Germania, allarme dalle farmacie sugli aumenti del salario minimo

3 Luglio 2025

In Germania le farmacie lanciano l’allarme sull’impatto che avrà il nuovo salario minimo, destinato a salire in due tappe: 13,90 euro l’ora dal 2026 e 14,60 dal 2027. Per la Freie Apothekerschaft, associazione indipendente dei farmacisti titolari, l’aumento rischia di compromettere la sostenibilità economica di migliaia di presidi farmaceutici e di mettere in crisi la stessa assistenza farmaceutica territoriale.

Il salario minimo legale tedesco (gesetzlicher Mindestlohn) è stato introdotto nel 2015 per garantire una retribuzione dignitosa a tutti i lavoratori dipendenti. È valido per quasi tutti i settori e rappresenta il compenso orario minimo che un datore di lavoro è obbligato a corrispondere. Attualmente fissato a 12,41 euro, il minimo è oggetto di revisione periodica da parte di una commissione paritetica che valuta l’andamento dei salari, dell’economia e dell’occupazione.

Il problema, spiegano le farmacie, non è il principio del salario minimo in sé, quanto il fatto che da un lato le farmacie devono affrontare costi crescenti e dall’altro non vedono crescere le entrate. «L’aumento del minimo salariale colpisce le farmacie al cuore» dice il consiglio direttivo dell’associazione. «La nostra remunerazione per i farmaci con obbligo di ricetta è stata adeguata una sola volta dal 2004, nel 2013, e di appena 25 centesimi. Risultato: mentre grossisti, distributori e fornitori possono riversare su di noi i loro aumenti di costo, le nostre entrate sono ferme a vent’anni fa».

Il sistema retributivo delle farmacie tedesche prevede per i titolari una quota fissa riconosciuta per ogni ricetta evasa, che rappresenta la principale fonte di reddito del punto vendita. Il valore attuale è di 8,35 euro per confezione dispensata, cui si sommano una quota percentuale sul prezzo del farmaco e altri compensi specifici (per le preparazioni galeniche per esempio). L’incremento dei salari, però, si riversa interamente sul titolare, che non ha margini per aumentare prezzi o tariffe.

Le figure che lavorano in farmacia in Germania sono retribuite secondo un contratto collettivo nazionale (il Tarifvertrag für Apothekenmitarbeiter, tariffario per i dipendenti di farmacia) che stabilisce griglie salariali in funzione della qualifica e dell’anzianità. Un Pta (Pharmazeutisch-technischer Assistentin, cioè tecnico di farmacia) riceve al primo livello contrattuale circa 2.300 euro lordi al mese per un tempo pieno. Un Pka (Pharmazeutisch-kaufmännischer Angestellter, figura amministrativa), parte invece da circa 2.000 euro lordi. Con l’introduzione dei nuovi minimi, molte di queste retribuzioni di partenza dovranno essere adeguate per rientrare nei nuovi limiti legali.

«I nostri fornitori alzano i prezzi per pagare gli aumenti salariali del loro personale, noi non possiamo adeguare i nostri» denuncia Daniela Hänel, presidente dell’associazione. «Questo sistema non è solo ingiusto, è pericoloso: mina la sopravvivenza economica delle farmacie e, con essa, la sicurezza dell’approvvigionamento di farmaci in Germania».