Cresce in Germania il fenomeno delle frodi nel sistema sanitario e in particolare nel canale farmaceutico, dove le casse malattia registrano danni per milioni di euro a causa di ricette false, soprattutto per farmaci ad alto costo. L’Ultimo allarme arriva dall’Aok Nordost, una delle principali mutue sanitarie tedesche, che da mesi denuncia casi ricorrenti di contraffazioni su prescrizioni cartacee, in particolare nella capitale Berlino.
Sotto attacco ci sono i farmaci oncologici come Lonsurf (trifluridina/tipiracil), Lenvima (lenvatinib) e Besremi (ropeginterferone alfa-2b), ma anche antidolorifici ad alto potenziale come i cerotti al fentanil, gli agonisti GLP-1 e le benzodiazepine. Il danno economico è pesante: una sola farmacia berlinese ha perso 1.500 euro per aver rimborsato una ricetta falsa, scoprendolo soltanto a rimborso avvenuto. E casi simili si ripetono anche più volte alla settimana.
Per contrastare la piaga, Aok Nordost ha invitato medici e farmacie ad adottare quanto prima la ricetta elettronica, molto più difficile da falsificare rispetto al cartaceo. L’appello è forte anche da parte delle farmacie, sempre più sotto pressione: «Preferirei fornire solo prescrizioni elettroniche, finora non ne abbiamo trovate di contraffatte», ha dichia5rato un titolare alla rivista Apotheke Adhoc. Il problema non è solo economico, ma anche operativo: ogni ricetta sospetta comporta telefonate, verifiche con gli studi medici, contatti con la polizia, ritardi nell’assistenza e perdita di clientela.
A complicare ulteriormente la situazione c’è la crescente sofisticazione delle frodi. In alcuni casi, i dati assicurativi presenti sulle ricette risultano autentici, ma abbinati a nominativi falsi. In altri, i ricettari vengono rubati dagli studi medici e usati per compilare prescrizioni dall’aspetto autentico.
Secondo il rapporto “Lotta alla cattiva condotta nel sistema sanitario” del Gkv-Spitzenverband (l’associazione federale delle casse mutua), tra il 2022 e il 2023 le frodi sanitarie hanno prodotto danni per oltre 200 milioni di euro, la cifra più alta da quando, nel 2008, sono iniziate le rilevazioni sistematiche. Di questi, quasi 86 milioni riguardano il solo settore farmaceutico, dove le segnalazioni sono state più di 4.000. Solo una parte dei fondi è stata recuperata: circa 37 milioni di euro. Le perdite residue restano dunque elevate.
In questo scenario, anche le farmacie sono sotto osservazione: oltre 1.800 indagini nel biennio hanno riguardato direttamente i titolari, con 526 casi in cui è stato accertato un comportamento scorretto. Non sempre, infatti, le farmacie sono vittime: alcune vengono coinvolte attivamente nei raggiri, per esempio attraverso la fatturazione fittizia di farmaci mai dispensati.
Intanto, il personale delle farmacie si organizza come può. A Berlino, un titolare ha iniziato a comunicare alla polizia l’orario in cui i falsi clienti sarebbero passati a ritirare i medicinali, per consentire l’intervento delle forze dell’ordine. Ma non sempre la collaborazione con le autorità è lineare: «Una volta ci è stato detto al telefono di buttare la ricetta nella spazzatura e di non denunciare, altrimenti avremmo commesso noi un reato», racconta un farmacista.
Il clima è teso e il rischio è alto, sia per le farmacie sia per il sistema. Il passaggio all’e-prescription, già in corso ma ancora parziale, appare come la risposta più efficace.