Dal 28 giugno le farmacie tedesche che offrono servizi digitali interattivi dovranno garantire la piena accessibilità dei propri siti web alle persone con disabilità. È quanto prevede il Barrierefreiheitsstärkungsgesetz (Bfsg, “Legge per il rafforzamento dell’accessibilità”), la normativa tedesca che recepisce la direttiva europea sull’accessibilità digitale dei servizi commerciali.
Il provvedimento impone agli operatori economici – quindi anche alle farmacie – di assicurare che tutti i canali digitali che consentono l’interazione con l’utente siano fruibili anche da persone con disabilità visive, uditive, motorie o cognitive. In particolare, rientrano nell’obbligo i siti con funzioni come prenotazione online, e-commerce, live chat, strumenti di preordine e gestione dell’e-prescription.
Chi gestisce invece un semplice sito-vetrina (con informazioni basiche come orari, contatti e servizi offerti), non è tenuto a rispettare i nuovi requisiti. Ma già l’inserimento di un modulo contatti o di una funzione per fissare appuntamenti rende il sito soggetto al Bfsg.
Il rispetto della normativa non è demandato al fornitore del sito, ma ricade direttamente sull’impresa titolare, cioè sulla farmacia indicata nell’Impressum (le note legali obbligatorie presenti in fondo a ogni sito tedesco). Anche se la realizzazione è affidata a un’agenzia esterna, la responsabilità giuridica resta della farmacia.
La legge richiama due standard tecnici di riferimento: le Wcag 2.1 (Web content accessibility guidelines, Linee guida per l’accessibilità dei contenuti web) e il Bitv 2.0, la versione tedesca del regolamento sull’accessibilità informatica. Le violazioni più comuni riguardano elementi spesso trascurati: pulsanti non etichettati, immagini senza testo alternativo, documenti pdf non strutturati, contrasti cromatici insufficienti.
Strumenti come il Wave Accessibility Checker o il test automatico del sito del Bitv permettono una prima autovalutazione, ma non sostituiscono un intervento tecnico mirato. Alcune farmacie tedesche hanno già avviato verifiche e interventi di adeguamento ma – avverte la rivista Daz.online – molte sono ancora impreparate.
Al netto degli sforzi richiesti – in termini di tempo, risorse e competenze – la posta in gioco è alta. Con l’entrata in vigore della legge, si teme infatti una nuova ondata di contenziosi seriali, come già accaduto in passato con la Gdpr (General data protection regulation) o con i banner dei cookie non conformi.
«La piena accessibilità può sembrare l’ennesimo onere burocratico, ma è anche un’opportunità per offrire servizi migliori e più inclusivi» ricorda Daz.online. E per una farmacia che fa dell’attenzione al cliente il proprio valore aggiunto «non dovrebbe esserci nulla di più naturale che garantire un accesso equo a tutti».