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Germania, il cancelliere Scholz in visita a una farmacia

27 Marzo 2024

Aveva accettato l’invito del farmacista ad andare a trovarlo nella sua farmacia ed è stato di parola. E così, sabato scorso, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il capo del governo federale tedesco, ha fatto visita alla “Apotheke Sonnen” di Mike Beyer a Teltow, città di 28mila abitanti a sud di Berlino. A febbraio il primo ministro era passato per un comizio da Stahnsdorf, sempre vicino alla capitale, dove Beyer risiede, e il titolare ne aveva approfittato per invitarlo nella sua farmacia.

Scholz aveva accettato e il 23 marzo ha mantenuto l’impegno. Nel corso della visita, durata una quarantina di minuti, il cancelliere ha ascoltato con attenzione le riflessioni di Beyer sui problemi che da tempo devono affrontare le farmacie tedesche. In particolare i rischi connessi ai piani di riforma del ministro della Salute, Karl Lauterbach, a cominciare dalle cosiddette “farmacie leggere” (cioè una parafarmacia esonerata dall’obbligo di avere farmacisti in servizio e senza vincoli su turni e orari).

Il farmacista titolare, come riferisce un articolo di Apotheke Adhoc, ne ha approfittato anche per mostrare al primo ministro il funzionamento della ricetta elettronica, che in Germania è obbligatoria dall’inizio dell’anno ma per ora deve fare i conti con frequenti problemi tecnici. Quando funziona, ha detto Beyer a Scholz, è una buona cosa e i farmacisti sono sempre pronti a fare la loro parte quando si tratta di digitalizzare per semplificare.

Altro tema affrontato nella visita quello delle carenze, esemplificate con i casi di Ozempic e Trulicity. E gli ultimi aumenti sulle trattenute che le casse malattia operano sui rimborsi alle farmacie. «Abbiamo bisogno di aiuto subito» ha detto Beyer al termine della visita. Scholz dal canto suo, a parte ascoltare e fare domande, ha detto poco e ha evitato accuratamente di prendere impegni. «Me lo aspettavo» ha commentato il farmacista «ma per me era comunque importante mandare un messaggio e al cancelliere una realtà diversa da quella che sostiene il ministero della Salute».