Nel Regno Unito, le farmacie si preparano a un profondo cambio di paradigma nel ruolo che giocano nell’assistenza sanitaria di prossimità. Il governo guidato da Keir Starmer ha infatti svelato le linee guida di un nuovo piano decennale per il Servizio sanitario nazionale (NHS, National Health Service), che prevede la creazione dei cosiddetti neighbourhood health teams (letteralmente: “squadre sanitarie di quartiere”), destinati a operare all’interno di neighbourhood health centres, ovvero centri sanitari multidisciplinari di comunità. L’obiettivo, dichiarato dallo stesso primo ministro, è quello di «riequilibrare il sistema sanitario affinché si adatti alla vita delle persone, e non il contrario».
Si tratta, per molti versi, di un modello simile a quello delle Case della salute italiane, potenziato e strutturato su scala nazionale. Come nel caso italiano, anche nel Regno Unito questi nuovi centri riuniranno sotto lo stesso tetto team composti da medici di medicina generale, infermieri, farmacisti, operatori sociali e altri professionisti della salute, per offrire un’assistenza capillare, tempestiva e coordinata.
Il piano, che sarà pubblicato nella sua interezza il 3 luglio 2025, mira a offrire «accesso più facile e conveniente a un ampio ventaglio di servizi sanitari, direttamente sotto casa» ha spiegato il governo in una nota ufficiale. I neighbourhood health centres saranno aperti dodici ore al giorno, sei giorni a settimana, e fungeranno da punto di riferimento per l’intera comunità, riducendo la necessità di ricorrere agli ospedali, oggi sovraccarichi.
Il segretario alla Salute e all’assistenza sociale Wes Streeting ha definito il progetto «una delle trasformazioni più radicali nella storia del nostro sistema sanitario». La svolta, ha detto, consisterà nel «passare dall’ospedale alla comunità, riducendo finalmente le liste d’attesa devastanti e ponendo fine al pellegrinaggio da uno specialista all’altro cui oggi sono costretti molti pazienti».
Al centro del piano c’è anche un principio di prevenzione e prossimità: «le cure dovranno avvenire il più possibile vicino a casa del paziente — spiega il documento — con modalità digital-by-default (digitali per impostazione predefinita), al domicilio se possibile, in un neighbourhood health centre se necessario, in ospedale solo quando indispensabile».
Oltre alla creazione delle nuove strutture, il governo ha annunciato l’assunzione di migliaia di medici di medicina generale, nonché investimenti in tecnologie digitali e strumenti di automazione, tra cui centralini intelligenti e AI scribes (sistemi di intelligenza artificiale per la trascrizione automatica delle consultazioni cliniche).
I rappresentanti del settore farmaceutico hanno accolto positivamente le prime anticipazioni del piano, chiedendo al governo di «inserire i farmacisti al centro del nuovo modello», come riporta The Pharmaceutical Journal. Già lo scorso giugno, indiscrezioni stampa avevano suggerito che le farmacie avrebbero potuto essere coinvolte nell’erogazione dei nuovi servizi del Nhs per la perdita di peso, confermando una tendenza verso l’ampliamento delle competenze e dei servizi offerti dal canale.
E gli inglesi sembrano d’accordo: secondo un sondaggio commissionato dalla Npa (National Pharmacy Association) e pubblicato il 2 luglio, il 44% degli adulti britannici sarebbe favorevole all’erogazione di servizi per il controllo del peso in farmacia. Il dato sale al 55% tra i più giovani (16-34 anni). Inoltre, il 45% degli intervistati vorrebbe trovare più servizi per la cura delle patologie minori nella propria farmacia, mentre il 48% auspica un’espansione dell’offerta sanitaria a livello locale. Un quinto degli adulti (22%) si rivolgerebbe al farmacista per ricevere assistenza o consigli sulla menopausa, e il 15% sarebbe disposto a farsi seguire dal farmacista anche dopo una dimissione ospedaliera.