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Inghilterra, appropriatezza su se il mmg è affiancato da un farmacista

30 Agosto 2022

Secondo uno studio finanziato dal Dipartimento inglese della salute, in quattro anni i farmacisti clinici che lavorano nelle reti dell’assistenza primaria inglese hanno migliorato significativamente l’appropriatezza delle prescrizioni. Condotta dai ricercatori dell’università di Manchester, l’indagine ha analizzato i dati di 6.296 mmg inglesi tra il 2015 e il 2019, insieme a 10 indicatori di qualità dell’assistenza che coprono accessibilità, efficacia clinica, esperienze degli utenti e costi del sistema sanitario.

I risultati rivelano che i farmacisti «hanno contribuito positivamente all’assolvimento di alcuni compiti» e hanno migliorato «la qualità delle ricette» sgravando al contempo il resto del personale dalle incombenze correlate. In particolare, la ricerca ha appurato che al crescere dei farmacisti nelle aggregazioni delle cure primarie corrisponde un incremento delle prescrizioni di antibiotici a spettro ristretto, un indicatore che i ricercatori considerano positivo in termini di miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva.

«Negli studi in cui ho lavorato» commenta al Pharmaceutical Journal Katie Hacking, farmacista senior di medicina generale «la presenza di un farmacista consente ai prescrittori di confrontarsi con un interlocutore qualificato quando necessario».

Al contrario, la ricerca rivela che l’inserimento di nuove figure negli studi della mg – dall’infermiere all’operatore sanitario – non migliora il gradimento dei pazienti per il servizio. Nel periodo preso in considerazione, il personale non medico in servizio a tempo pieno nelle medicine di gruppo è aumentato dallo 0,04 per ambiulatorio del 2015 allo 0,28 del 2019. Nello stesso arco di tempo, invece, la soddisfazione complessiva del paziente è diminuita del 2,4%.