Commenti diametralmente opposti, da Federfarma e Aisi (Associazione imprese sanitarie indipendenti) sulla sentenza con cui il Tar ha respinto il ricorso presentato da una trentina di laboratori laziali contro la delibera regionale sulla sperimentazione della farmacia dei servizi. Per il sindacato titolari, la decisione dei giudici amministrativi Tar conferma in modo netto la correttezza dell’impianto regolatorio che distingue il ruolo delle farmacie da quello dei laboratori accreditati. «Le prestazioni rese nell’ambito della farmacia dei servizi non sono assimilabili a quelle effettuate da laboratori, ambulatori e altre strutture analoghe», sottolinea il sindacato dei titolari, ricordando che «le farmacie erogano i servizi – quali telemedicina e test diagnostici – secondo le regole stabilite dalla convenzione con il Ssn», mentre per i laboratori resta fermo il regime dell’accreditamento. Una distinzione che, secondo il Tar, esclude «qualsiasi disparità di trattamento» e rende «pienamente legittime e valide, ai fini della tutela della salute», le regole oggi applicate alla farmacia dei servizi. I giudici ribadiscono inoltre che la farmacia «non svolge attività medica», poiché anche nella telemedicina «la diagnosi vera e propria è effettuata a distanza da medici specialisti accreditati con il Ssn». Nel motivare la sentenza, il Tar definisce la farmacia dei servizi «un perno centrale, elemento fondamentale e integrante dell’assistenza erogata dal Ssn», evidenziando come attraverso i servizi di telemedicina «si opera il decongestionamento delle strutture sanitarie convenzionate e si accelerano i tempi degli accertamenti». Da qui il commento del presidente di Federfarma, Marco Cossolo, secondo cui «con queste parole chiare, che non lasciano dubbi, le sentenze del Tar Lazio mettono a tacere ogni tipo di polemica strumentale sulla legittimità e sulla validità dei nuovi servizi disponibili in farmacia».
Di segno opposto la lettura proposta da Aisi, che cerca di guardare al bicchiere mezzo pieno (sempre che lo sia). Per l’associazione delle imprese sanitarie, la sentenza «chiarisce un perimetro giuridico specifico», ma non risolve «la questione centrale» legata all’impatto sistemico del modello della farmacia dei servizi. Aisi, peraltro, non può fare a meno di riconoscere che il Tar ha confermato la legittimità della sperimentazione regionale e ha ribadito che il farmacista «non formula diagnosi né referti». Ma per la presidente, Karin Saccomanno, «il Tar non ha trasformato le farmacie in strutture sanitarie» né ha equiparato il farmacista ai medici o alle imprese accreditate.