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Costi della diretta: in vista del tavolo Sifo, sindacati in pressing sugli oneri sociali

4 Maggio 2018

Saranno le formule che calcolano gli oneri a carico degli assistiti il vero banco di prova del nuovo algoritmo sui costi della distribuzione diretta che la Sifo presenterà il 23 maggio alle sigle della filiera. E’ l’indicazione che emerge da una veloce consultazione tra le organizzazioni di categoria, che hanno già tra le mani da un paio di mesi la versione aggiornata dell’algoritmo. «Abbiamo visto che nella nuova “release” trasmessaci dalla Sifo c’è un foglio elettronico interamente dedicato ai costi sociali della diretta» dice a FPress Francesco Schito, segretario generale di Assofarm «è evidente però che la nostra preoccupazione è quella di capire quali formule e quali indicatori sono stati utilizzati. Faremo qualche simulazione e poi ci confronteremo con le altre sigle, per arrivare al tavolo del 23 maggio con le idee chiare».

L’intenzione, in particolare, è quella di non replicare il copione della seduta del gennaio scorso, quando la Sifo presentò una versione incompleta dell’algoritmo dalla quale la distribuzione vincente risultava sempre la più economica per tutti i farmaci di prezzo superiore ai 20 euro. «Sappiamo tutti» riprende Schito «che la vera differenza, tra diretta, dpc e convenzionata, la fanno i costi che il cittadino deve sopportare per andare a ritirare i farmaci in ospedale o al distretto. Per questo motivo, è fondamentale mettere a punto una metodologia per la stima di tali oneri che sia scientifica e trasparente».

Appunto, trasparenza. Il problema, però, è che al momento la versione dell’algoritmo inviata dalla Sifo alle sigle del tavolo non si lascia “esplorare” con facilità. «Nei fogli elettronici ci sono alcuni valori che non possono essere modificati e formule nascoste che non si riescono a leggere» osserva Alessandra Forgiarini, responsabile di Farmacieunite per il Friuli Venezia Giulia «ovviamente non pensiamo che la Sifo voglia nascondere le carte, però è evidente che per dare un giudizio sull’algoritmo dobbiamo prima capire quali sono le formule e quali gli indicatori di partenza. Se non c’è precisione nelle misurazioni, i risultati saranno sempre infedeli».

Per spiegare, Forgiarini ricorda una ricerca condotta nel 2009 da Federfarma Udine: vennero prese in considerazione le distanze chilometriche tra centri di dispensazione e singoli comuni, i costi di trasporto (pubblico o privato), il tempo speso (comprese le attese agli sportelli) e i costi indotti (cioè le ore lavorative perse). «Se si vogliono considerare realmente i costi sociali e il loro impatto sulla distribuzione diretta» avverte «serve una metodologia precisa e coerente». E che cosa emerse da quell’indagine? In media, a ogni ritiro l’assistito doveva affrontare una spesa non inferiore ai 12 euro, ma da comune a comune le differenze erano cospicue: agli abitanti di Buttrio, per esempio, la diretta arrivava a costare quasi 20 euro a viaggio, a quelli di Cividale poco più di due euro, ai residenti di Drenchia quasi trenta, a quelli di Remanzacco poco meno di 15 (vedi tabella a sinistra). «E’ evidente che a fare la differenza è la distanza tra comune e centro di dispensazione» spiega Forgiarini «per questo è fondamentale arrivare a una metodologia precisa e condivisa». Per questo le sigle della filiera si ritroveranno il 16 maggio, una settimana prima della data fissata dal tavolo: si scambieranno pareri e valutazioni sull’algoritmo e si butteranno giù i punti sui quali andrà avviata con Sifo una riflessione a tutto campo. «Quanto a quello studio» conclude Forgiarini «sono passati dieci anni, quindi i valori non sono certamente più quelli. Però, tenuta in conto l’inflazione, non è detto che oggi siano inferiori. Forse è vero invece il contrario».