La spesa farmaceutica convenzionata – quella cioè sostenuta dal Ssn per i medicinali che passano dalle farmacie del territorio – chiude il 2017 a quasi 8,3 miliardi di euro, in calo di circa due punti percentuali sull’anno precedente. E’ una contrazione che colpisce in misura differente le farmacie di tutte le regioni (si va dal -0,3% della Toscana al -4,6% della Puglia) tranne una, la Lombardia, la sola a rivelare un andamento in controtendenza e a chiudere l’anno con un incremento della convenzionata pari all’1,5% (per una spesa pari a 1,4 miliardi di euro). I dati arrivano dal consueto report con cui ogni primavera Federfarma traccia il bilancio dell’anno precedente: il decremento, dicono le rilevazioni, è da addebitare ancora una volta al calo del prezzo medio dei farmaci prescritti in regime convenzionale (-0,7%), che determina una contrazione del valore medio della ricetta rossa (lordo -0,4%, netto -0,7%). Deve preoccupare anche un altro decremento, quello delle ricette Ssn spedite in farmacia: nel 2017 superano di poco i 580 milioni, per un calo dell’1,2% rispetto all’anno precedente.

Per le farmacie, così, l’unica nota positiva arriva dalla dpc, che nell’anno passato è cresciuta del 13,3% in valori e dell’11% in volumi. Sono valori di tutto rispetto, perché nello stesso periodo la spesa per la distribuzione diretta ha fatto registrare un incremento decisamente più contenuto, circa il 4%. E dato che in entrambi i casi si parla di acquisti diretti, i valori sembrano suggerire che tra le Regioni cresce la tendenza a far distribuire i medicinali del Pht dalle farmacie del territorio.

Chiudono i dati su sconti e trattenute che le farmacie hanno versato al Ssn nel 2017. Complessivamente il “prelievo” ammonta a circa 670 milioni di euro, dei quali 415 milioni provengono dallo sconto regressivo per fasce di prezzo, 188 milioni dalla trattenuta dell’1,82% (introdotta dal 2010) e 67 milioni dal pay back dello 0,64% (dal 2007).