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Spegnila e respira: quasi mille fumatori censiti, la metà inviati al medico per diagnosi

29 Maggio 2018

 

Quasi mille fumatori censiti, ciascuno dei quali ha in media trent’anni di fumo alle spalle e consuma 15 sigarette al giorno. Il 61% dichiara esplicitamente che vorrebbe smettere, e di questi due su tre chiedono aiuto per riuscirci. E’ la fotografia che emerge dalla terza edizione della campagna di screening su fumo e Bpco “Spegnila e respira”, condotta dal 23 aprile al 4 maggio nelle farmacie delle province di Milano, Lodi e Monza Brianza. I dati finali – presentati sabato scorso, 26 maggio, in un convegno organizzato da Federfarma Milano in collaborazione con Adakta e Istituto nazionale dei Tumori – dicono che in poco più di 10 giorni sono stati raccolti oltre 1.300 questionari, contenenti test di Fagerström e Cat (Copd assessment test).

Già basterebbero questi primi numeri ad avallare una volta di più le potenzialità che la rete delle farmacie è in grado di esprimere quando l’obiettivo è quello di lanciare campagne e programmi di prevenzione rivolti al grande pubblico. L’analisi dei questionari effettuata da Roberto Boffi, responsabile della Pneumologia e del Centro antifumo dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano, ha però fornito ulteriori argomenti a sostegno. Il test di Fagerstrӧm, per esempio, ha permesso di individuare 986 fumatori “dipendenti” (527 donne e 459 uomini), tra i quali 303 persone con dipendenza molto alta, 123 con dipendenza media e 560 con dipendenza moderata o bassa. Il Cat, che misura la gravità di sintomi come tosse o respiro corto, ha invece fatto emergere un gruppo di 469 fumatori con sintomatologia media, alta o molto alta. «Sono stati tutti inviati al medico di famiglia per sospetta Bpco, da confermare attraverso una visita più approfondita e una spirometria» ha spiegato Boffi nel suo intervento «ed è un risultato significativo della campagna il fatto che di queste persone 316 non avessero ancora ricevuto una diagnosi e 47 fossero diagnosticati ma non in terapia». Non solo: 385 fumatori sono stati aiutati direttamente in farmacia o sono stati rimandati ai Centri antifumo competenti per territorio.

Il valore di campagne come “Spegnila e respira”, ha continuato Boffi, è correlato ai costi sociali della dipendenza da sigarette: «Se si eliminasse di punto in bianco il consumo di tabacco» ha detto il pneumologo «il tumore ai polmoni diventerebbe una malattia rara». Soltanto in Italia, così, si risparmierebbero ogni anno 4,2 miliardi di euro: la Bpco, infatti, non solo è una malattia invalidante che accorcia la vita, è anche sottodiagnosticata e sottovalutata; continua a fumare anche quando la patologia è accertata un asmatico su 4, tra i malati di Bpco sono uno su due. «Le farmacie possono fare molto per la prevenzione, in collaborazione e non in antitesi con i medici di famiglia e i Centri antifumo» ha concluso Boffi «non dobbiamo mai dimenticarci che prevenire significa risparmiare e allocare risorse in modo più appropriato». «In questa campagna» ha ricordato Manuela Bandi, direttore della Fondazione Muralti, l’ente di Federfarma Milano che cura l’aggiornamento degli associati «la formazione dei partecipanti ha ricevuto un’attenzione addirittura superiore alle precedenti edizioni: sono 250 i farmacisti che hanno partecipato al corso di formazione in due serate organizzato a marzo da Fondazione e Istituto dei Tumori». E una cinquantina proseguirà la formazione dopo la campagna, per acquisire le competenze necessarie a entrare nella rete delle farmacie “sentinella” dell’Istituto.