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Caso Avastin-Lucentis, il Consiglio di Stato mette la parola fine

16 Luglio 2019

E’ legittima la decisione dell’Antitrust che nel febbraio 2014 condannò Roche e Novartis al pagamento di una sanzione complessiva di 184 milioni di euro per «concertazione anti-competitiva», diretta a «ostacolare acquisto e impiego del farmaco Avastin al fine di favorire le maggiori vendite di Lucentis». E’ quanto recitano le due sentenze – pubblicate ieri – con cui il Consiglio di Stato ha respinto gli appelli delle due aziende e messo la parola fine a una vicenda che si è protratta per cinque anni. Ed è passata da tre aule di tribunale: quelle di primo e secondo grado della giustizia amministrativa e quella della Corte europea, chiamata in causa nel 2016 dal Consiglio di Stato con quattro quesiti pregiudiziali per la «corretta interpretazione del diritto euro-unitario».

Dalle risposte dei giudici comunitari, giunte nel novembre 2018, discendono le sentenze pubblicate ieri, che respingono tutte le contestazioni sollevate dagli appellanti e confermano integralmente la decisione del Tar Lazio datata dicembre 2014, già favorevole all’Antitrust. In particolare, ribadisce il Consiglio di Stato, c’è stata intesa restrittiva della concorrenza anche se all’epoca i farmaci commercializzati dalle due aziende, Avastin e Lucentis, non condividevano le medesime indicazioni (dopo l’uscita di Lucentis, l’Aifa autorizzò l’uso off label di Avastin solo nel giugno 2014): «La nozione di mercato rilevante» scrivono i giudici «implica che vi possa essere concorrenza effettiva tra i prodotti o servizi che ne fanno parte, il che presuppone un sufficiente grado di intercambiabilità per lo stesso uso tra tutti i prodotti o servizi. Intercambiabilità o sostituibilità che non si valuta unicamente in relazione alle caratteristiche oggettive dei prodotti e dei servizi di cui trattasi; si devono prendere in considerazione anche le condizioni della concorrenza, nonché la struttura della domanda e dell’offerta nel mercato».

Delusione per le due sentenze dalle aziende coinvolte: «Pur rispettando la decisione del Consiglio di Stato» scrive Roche in una nota «esprimiamo tutto il nostro disaccordo per le conclusioni a cui sono arrivati i magistrati. La sentenza lascia privi di risposta tutti gli argomenti difensivi sollevati da Roche in questi lunghi anni». «Sin dall’inizio» afferma invece il comunicato diffuso da Novartis «abbiamo respinto con forza queste accuse e siamo convinta che il caso antitrust sia stato guidato da motivi puramente economici, volti a forzare, nel quadro normativo italiano, un cambiamento atto a consentire il rimborso generalizzato di un farmaco in un’indicazione priva di autorizzazione».

Soddisfazione invece da Altroconsumo, tra le organizzazioni che hanno sostenuto in giudizio le sanzioni dell’Antitrust. «Roche e Novartis hanno posto in essere un’intesa anticoncorrenziale per favorire artificiosamente la vendita di Lucentis a danno di Avastin, due farmaci entrambi efficaci nella cura della maculopatia oculare, ma il primo enormemente più costoso del secondo».