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Spesa farmaceutica, report Aifa riconferma vicinanza Lombardia alle farmacie

14 Aprile 2022

Anche l’ultimo report dell’Aifa, che fotografa l’andamento della spesa farmaceutica pubblica nei primi undici dei dodici mesi del 2021, individua nella Lombardia la Regione che utilizza meglio di tutte le altre il canale delle farmacie convenzionate, con evidenti e noti benefici per i suoi assistiti. Basta prelevare dal corposo rapporto due tabelle soltanto, quelle che riassumono l’andamento della spesa convenzionata e per acquisti diretti nel periodo gennaio-dicembre.

 

 

Cominciamo dalla convenzionata: in undici mesi, dice l’Aifa, la spesa tocca i 7,2 miliardi di euro, ossia il 6,51% del Fondo sanitario nazionale a fronte di un tetto che ammonta al 7%. Ogni Regione però si comporta a modo proprio: Campania, Calabria, Puglia, Basilicata, Lombardia e Abruzzo sfondano il tetto in misura variabile (vedi tabella sopra: la Lombardia eccede di 43 milioni e arriva al 7,23%); invece altre otto Regioni – in fondo alla lista – comprimono a tal punto la spesa convenzionata da fermarsi sotto al 6%. Tra queste registrano un avanzo di oltre cento milioni il Piemonte, il Veneto e l’Emilia Romagna, che assieme totalizzano quasi 410 dei 547 milioni “non spesi” dalle Regioni per i farmaci convenzionati dispensati dalle farmacie del territorio.

 

 

Vediamo ora la spesa per acquisti diretti: in undici mesi, dice ancora l’Aifa, sono stati consumati quasi 10,4 miliardi, ossia il 9,37% del Fondo sanitario nazionale a fronte di un tetto che si ferma al 7,65%. Anche in questo frangente ogni Regione fa caso a sé, ma la Lombardia si distingue dalle altre perché è la sola (con la piccola Val d’Aosta) a rispettare il tetto e a mostrare un piccolo avanzo (circa 6 milioni di euro).

Il contrasto è stridente: mentre le altre Regioni tengono a briglie cortissime la convenzionata per crearsi quel «tesoretto» citato da Nello Martini in commissione Affari sociali (nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla distribuzione diretta), la Lombardia fa l’esatto contrario e privilegia il canale convenzionato per limitare il più possibile i disagi ai pazienti. Anche a costo di incorrere in un contenuto sfondamento, ulteriormente limato dall’avanzo proveniente dalla spesa per acquisti diretti.

 

 

Il risultato finale è quello riassunto dalla tabella qua sopra: rispetto al tetto complessivo del 14,85% (convenzionata più acquisti diretti), la Lombardia mostra uno scostamento non molto lontano da quello di Piemonte, Emilia Romagna e Veneto (che è l’unico a registrare un piccolo avanzo); ma mentre queste ultime arrivano a tale risultato con una forte compressione della spesa convenzionata, la Lombardia invece investe nel canale delle farmacie tutte le sue risorse, per assicurare ai suoi cittadini una distribuzione di prossimità comoda e accessibile. Come aveva detto l’assessore al Welfare della Regione, Letizia Moratti, in audizione alla Camera (sempre per l’indagine sulla diretta).