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Iqvia: il farmaco con ricetta fa l’altalena, ospedale +4% e convenzionata -2,3%

26 Marzo 2019

Sommati tutti i canali, strutture pubbliche da una parte e farmacie del territorio dall’altra, il mercato del farmaco con obbligo di ricetta chiude il 2018 con un giro d’affari di 21,8 miliardi di euro, in crescita del 2,4% rispetto all’anno precedente. A fare da locomotiva è il canale rappresentato da Asl e ospedali, che tocca i 10,8 miliardi (stima in base allo sconto medio ponderato sul prezzo reale di acquisto) e cresce in un anno del 4%, grazie principalmente ai farmaci oncologici (+12,7% in volumi e +23,1% in valori). Le cifre arrivano dal consuntivo con cui ieri Iqvia ha fotografato tendenze ed evoluzione del farmaco con obbligo di ricetta. L’immagine è sempre quella di una bilancia dai piatti che si allontanano progressivamente: gli acquisti diretti delle strutture pubbliche continuano a crescere, il farmaco di fascia A e C distribuito dalle farmacie segue un andamento diametralmente opposto e chiude l’anno a 8,6 miliardi, per una perdita del 2,3% sul 2017 (avvertenza per chi ricorda i dati diffusi da Iqvia un mese fa sul mercato convenzionato: se allora l’etico in farmacia valeva 14,4 miliardi e perdeva il 3,5% è perché i numeri riguardavano il sell out, qui invece viene considerato il sell in).

«Oggi il comparto dei farmaci oncologici rappresenta circa il 40% del consumo di farmaci in ospedale» commenta l’amministratore delegato di Iqvia, Sergio Liberatore «ma vanno considerati i costi evitati grazie a questi farmaci. La ricerca farmacologica e i nuovi farmaci innovativi hanno cambiato radicalmente l’approccio a queste malattie e prolungato l’aspettativa di vita». Un caso emblematico è rappresentato dai farmaci per l’eradicazione dell’epatite C, la cui spesa cala a volumi e valori (-4,1% e -15,9% rispettivamente) grazie alla progressiva diminuzione dei pazienti affetti da questa patologia.

Completano il quadro i farmaci con ricetta in modalità dpc (distribuzione per conto): nel 2018 sono passati da questo canale confezioni per un valore di circa 2,3 miliardi di euro ed è in crescita del 13,7% sull’anno precedente (attenzione, anche in questo caso la spesa si riferisce al sell in, quindi non considera la spesa sostenuta per la remunerazione delle farmacie). A trainare, qui è in primo luogo la categoria dei nuovi anticoagulanti orali (Nao) che rappresentano il 15% circa del totale a valori e il 50% dell’incremento.

Tra i farmaci di fascia A, infine, la categoria più rilevante in termini di spesa è quella dei gastroprotettori, sguiti dai medicinali per l’ipercolesterolemia (6% sul totale rimborsato. «La spesa ospedaliera continua ad aumentare ma in maniera controllata» è il commento finale di Liberatore «i cosiddetti prodotti maturi generano ulteriore risparmio a causa dei cali di prezzo legati alle scadenze brevettuali. Secondo le nostre previsioni, nei prossimi anni la spesa per questi farmaci salvavita continuerà comunque a crescere, a causa dell’arrivo di importanti nuove molecole e al progressivo invecchiamento della popolazione».