Per arginare la spesa farmaceutica potrebbe arrivare a breve un meccanismo di rinegoziazione automatica dei prezzi da applicare ai prodotti che registrano aumenti di fatturato importanti, con sconti proporzionali ai margini ottenuti dalle aziende. È una delle misure allo studio secondo quanto rivela il presidente dell’Aifa, Robert Nisticò, in una lunga intervista pubblicata ieri da la Repubblica, in cui anticipa i punti principali del nuovo impianto di controllo atteso entro fine anno.
Nisticò parla di una «clausola di salvaguardia» che scatterebbe automaticamente quando il fatturato di un medicinale supera soglie predefinite. «Dopo l’approvazione il fatturato di un farmaco cresce rapidamente, in due anni poi raddoppia», spiega. «Per affinare gli strumenti di controllo della spesa stiamo lavorando a un meccanismo di rinegoziazione automatica dei prezzi». L’idea è che più alti sono i guadagni dell’industria su un prodotto, maggiore sarà lo sconto applicato al prezzo riconosciuto dal Servizio sanitario. Nisticò si dice fiducioso: «Spero per dicembre di approvare le regole della nuova clausola».
Secondo il presidente dell’Aifa l’aumento del tetto della farmaceutica deciso con la manovra (350 milioni in tutto) non risolve il problema strutturale. «Non si tratta di un problema di tetto. Quello non basterà mai: più verrà alzato, più la spesa crescerà». A incidere sono invecchiamento della popolazione, consumi elevati e costi di produzione sempre più alti. E pesa anche il comportamento dei cittadini: «All’italiano piace andare dal medico e farsi prescrivere il medicinale, piuttosto che puntare sulla prevenzione».
Sul fronte dell’appropriatezza, Nisticò richiama l’urgenza di cambiare rotta: «La cura è un diritto, ma la prevenzione deve essere un dovere del cittadino». L’Aifa lavora anche per garantire sostenibilità in un contesto in cui le terapie avanzate – dalle geniche alle Car-T – generano costi elevati ma, ricorda, «risolvono certe patologie producendo risparmi».
Nell’intervista si affronta anche il tema della ridistribuzione dei farmaci contro il diabete, passati dall’acquisto delle Asl alla dispensazione in farmacia, con conseguente aumento della spesa territoriale denunciato da diverse Regioni. «Il meccanismo è stato deciso da una norma dello Stato», precisa Nisticò, ricordando però gli sforzi negoziali dell’Agenzia: «Su una tipologia di questi farmaci, le gliflozine, abbiamo chiamato le aziende e spuntato ottimi prezzi». L’obiettivo, aggiunge, è migliorare l’aderenza terapeutica grazie a una distribuzione più prossima al paziente.
Quanto ai nuovi farmaci anti-obesità, Nisticò frena sulle aspettative di un loro ampliamento a carico del Ssn: «Al di fuori dell’indicazione attuale il rapporto rischio-beneficio è negativo». Possibili aperture potrebbero riguardare «i grandi obesi non diabetici» o pazienti con obesità e danni cardiologici, ma non chi li utilizza «solo perché è sovrappeso».