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Spesa farmaceutica, Aifa: i dati dopo tre trimestri del 2024

5 Febbraio 2025

Anche al giro di boa del terzo trimestre 2024, la spesa farmaceutica convenzionata vede un’altra volta le farmacie lombarde nel ruolo di “mosca bianca” rispetto al resto del Paese, con una spesa Ssn in negativo (anche se lievissimo, -0,3% rispetto i primi nove mesi dell’anno precedente) a fronte di incrementi decisi per non dire robusti in tutte le altre regioni. È la sintesi che arriva dal report con cui l’Aifa fotografa numeri e dinamiche della Spesa Ssn per farmaci nel periodo gennaio-settembre del 2024.

 

 

La convenzionata, dice l’Agenzia, chiude i nove mesi con uscite nette per 5,9 miliardi di euro, pari al 6,3% circa del Fondo sanitario nazionale (a fronte di un tetto del 6,8%) e in crescita del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2023. Come sempre, la media nazionale nasconde tassi regionali eterogenei, ma con una polarizzazione senza precedenti negli anni passati: la Lombardia è l’unica a registrare una spesa in regressione su base annua (anche se solo del -0,3%), tutte le altre regioni invece mostrano un segno positivo netto: il Lazio è quella che cresce di meno (+1,6%), poi la Puglia con +2,3%, la Basilicata e il Friuli Venezia Giulia con +2,7 e +2,8% rispettivamente e poi a salire fino al 7,4% della Sardegna e all’8,6% del Molise.

Difficile non attribuire questo bipolarismo alla nuova remunerazione in vigore dal marzo scorso: ogni volta che si tocca il tema Federfarma nazionale ripete che i confronti vanno fatti non sull’anno precedente ma sul 2021, quando non c’era la remunerazione aggiuntiva introdotta dall’allora ministro Speranza, ma l’obiezione è inconsistente perché quella remunerazione c’era per tutte le regioni e quindi non spiega il motivo per cui oggi la Lombardia è l’unica a mostrare una spesa in contrazione (anche se lieve, lo ripetiamo).

Ma in tema di spesa convenzionata ci sono anche altri dati che meritano qualche riflessione in più. Per esempio, s’era detto che la nuova remunerazione avrebbe invogliato le Regioni dove la convenzionata è più bassa a spostare volumi dalla diretta-dpc a questo canale, data la convenienza del nuovo sistema. Le rilevazioni dell’Aifa, però, dicono che al momento l’effetto ancora non c’è: nei primi nove mesi del 2024 la spesa farmaceutica convenzionata dell’Emilia Romagna si è fermata al 5,10% del Fsn (a fronte di un tetto del 6,80%, come detto), nel 2023 era il 5,09%. In Toscana la convenzionata vale nel 2024 il 5,41%, l’anno precedente era il 5,37%. In Veneto il 5,18%, nel 2023 il 5,17%. In Piemonte il 5,58%, l’anno precedente il 5,62%.

 

 

Bisogna avere pazienza perché gli effetti arriveranno soltanto nel tempo? Probabilmente è così, intanto marzo è già all’orizzonte e con lui la nuova “lenzuolata” di riclassificazioni da Pht a convenzionata che la Legge di bilancio per il 2024 affidava all’Aifa a ogni primavera. Forse le cose miglioreranno con l’arrivo dell’estate.