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Farmacista prescrittore, secondo ricerca vantaggi per pazienti e medici

23 Giugno 2018

Laddove il farmacista è autorizzato a prescrivere, migliorano l’accesso ai servizi sanitari e si riduce il carico di lavoro del medico. E’ la conclusione cui giunge una revisione pubblicata sul British Journal of Clinical Pharmacology del 20 giugno. Gli autori hanno passato al setaccio 65 studi (provenienti da Regno Unito, Australia, Canada e Stati Uniti), per raccogliere esperienze e testimonianze sugli effetti che si generano quando il farmacista viene autorizzato a prescrivere. Le categorie consultate comprendevano pazienti, familiari, medici, infermieri e gli stessi farmacisti (il gruppo più numeroso, con il 42%) e i risultati – secondo gli autori – sono «nettamente positivi».

In particolare, dice la ricerca, dove il farmacista può prescrivere diventa più facile per gli assistiti accedere ai servizi sanitari, migliorano le condizioni del paziente, cresce la soddisfazione del farmacista e soprattutto si snellisce il carico di lavoro del medico. La maggior parte dei pazienti che si si sono affidati alla consulenza di un farmacista prescrittore si è detta particolarmente soddisfatta della sua competenza e non ha mostrato dubbi sulla sicurezza della ricetta.

Al contrario, gli stakeholder che non mostrano fiducia nella figura del farmacista prescrittore giustificano la loro posizione con le responsabilità che accompagnano la prescrizione, le limitate competenze diagnostiche del farmacista, la mancanza di accesso alle cartelle cliniche dei pazienti – in particolare nelle farmacie di comunità – e le inadeguatezze organizzative e finanziarie.

Secondo il rapporto, la Scozia è il Paese dove si sono fatti più passi avanti: tutti i farmacisti che hanno a che fare con pazienti dovrebbero essere autorizzati a prescrivere entro il 2023. Secondo un sondaggio condotto dal Pharmaceutical Journal nel 2017, tra i farmacisti prescrittori che operano nelle farmacie del territorio il 17% dichiara di non aver mai prescritto e il 16% dice di farlo non più di una volta al mese.