L’apertura del governo alla prescrizione infermieristica rappresenta «l’ennesimo blitz perpetuato in spregio a un preliminare confronto con i medici cui, di fatto, sono attribuite inequivocabili prerogative nella diagnosi e terapia». È rapida e dura la reazione dei sindacati alle anticipazioni, trapelate ieri, sui progetti di ministero della Salute e dell’Università riguardo alle nuove specializzazioni della professione infermieristica. In un comunicato congiunto diffuso ieri dai leader di Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, Cimo-Fesmed, Guido Quici, Fimmg, Silvestro Scotti, e Sumai, Antonio Magi, le quattro sigle (due degli ospedalieri e due dei convenzionati) esprimono «stupore» per una notizia appresa «soltanto dalla stampa».
«Sono anni che chiediamo una chiara definizione di atto medico perché le attuali ambiguità non chiariscono affatto i limiti in termini di responsabilità, anzi espongono ulteriormente i dottori a contenziosi anche per atti non gestiti direttamente da loro» ricordano i quattro sindacati «un argomento così delicato, che tra l’altro creerà inevitabilmente un aumento della spesa sanitaria, merita un’ampia discussione tra le parti perché è inimmaginabile assegnare compiti ad altri professionisti senza adottare strumenti di appropriatezza vista la ampia e indistinta platea di sanitari prescrittori».
Continuare a escludere i professionisti da discussioni e materie che pur li riguardano da vicino, concludono le quattro sigle dei medici «ci offende e appare miope. Chiediamo pertanto un incontro urgente al Ministro della salute auspicando di tornare a dialogare con le istituzioni per evitare rotture insanabili che porterebbero inevitabilmente a una reazione dura di tutta la categoria».