Il 63% dei farmacisti italiani esprime soddisfazione per il rapporto che hanno in farmacia con colleghi e titolari, il 70% si lamenta della retribuzione che percepisce e il 43% è insoddisfatto della scarsa possibilità di crescita professionale. È un quadro di ombre e luci quello che emerge dall’indagine “La farmacia che ascolta i farmacisti”, promossa da Farmacieunite in collaborazione con l’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Treviso e Farmarca. Presentata l’8 novembre a Farmacista Più, l’indagine ha esplorato il livello di benessere dei farmacisti fotografando uno stato professionale caratterizzato da molteplici insoddisfazioni, soprattutto tra i giovani.
L’indagine è stata condotta da Strategy Innovation, un’impresa specializzata in innovazione strategica con esperienza di collaborazione in progetti di ricerca universitaria, che ha intervistato 212 farmacisti di diverse età e provenienza, tra contesti urbani e rurali. Il quadro generale mostra uno stato d’animo di malessere diffuso, in particolare fra i giovani farmacisti. Nonostante il 73% dei partecipanti si dichiari soddisfatto del rapporto con la clientela, il 62% degli intervistati ha affermato che, potendo tornare indietro, non sceglierebbe la stessa professione. A preoccupare maggiormente i farmacisti sono la retribuzione, giudicata insoddisfacente dal 74% dei rispondenti, la limitata prospettiva di carriera, e le difficoltà a conciliare vita privata e lavoro, espresse dal 44% degli intervistati. Tra gli over 60, il livello di soddisfazione è superiore rispetto ai colleghi più giovani, segno di una disaffezione crescente per il ruolo fra le nuove generazioni.
Gian Paolo Lazzer e Chiara Fossetta, di Strategy Innovation, hanno sottolineato che la situazione attuale riflette le sfide che molte aziende affrontano oggi: «Attrarre e trattenere i talenti in azienda è una delle grandi sfide di tutti i settori». Inoltre, hanno evidenziato un dato preoccupante: il 69% dei farmacisti intervistati sta considerando altre offerte di lavoro, anche in settori diversi.
Per affrontare questo quadro complesso, è stato elaborato il “Manifesto per il welfare dei farmacisti”, un programma in otto punti con proposte per migliorare il benessere dei farmacisti sul luogo di lavoro. Tra i principali obiettivi del manifesto vi sono incentivi economici e benefit come buoni pasto e auto aziendale, un maggiore equilibrio tra vita privata e professionale tramite orari flessibili, e convenzioni per attività culturali e sportive. Anche la crescita professionale viene messa al centro, con un piano di formazione avanzato e prospettive di progressione nella carriera. Altri aspetti riguardano la creazione di spazi di lavoro più confortevoli, incentivi alla mobilità sostenibile, e supporto al benessere mentale e fisico, con accesso a consulenze psicologiche e incentivi per attività fisiche.
L’attenzione al benessere dei dipendenti emerge anche nell’ottica di una maggiore condivisione degli obiettivi aziendali. Il manifesto, infatti, promuove un dialogo aperto e trasparente, incoraggiando momenti di team building e l’ascolto delle opinioni dei farmacisti per creare un ambiente di lavoro collaborativo e soddisfacente.
Il presidente di Farmacieunite, Federico Conte (foto in home), ha seguito con attenzione la presentazione della ricerca e il lancio del manifesto. Secondo Livio Patelli, consigliere e responsabile della comunicazione di Farmacieunite, questa indagine nasce dall’esigenza di rispondere alla situazione fotografata già nel 2023 dallo studio “La farmacia, quale futuro?”, che evidenziava come i farmacisti oggi si trovino sempre più spesso a svolgere anche ruoli manageriali. «Non possiamo pensare di aumentare la qualità e i servizi offerti dalle farmacie senza personale soddisfatto e ben preparato. Tuttavia, il 77% delle farmacie segnala difficoltà nel trovare personale, e anche le iscrizioni alla facoltà di farmacia sono in calo. Dobbiamo creare un maggiore appeal per questa professione», ha spiegato Patelli, sottolineando l’importanza di migliorare le condizioni di lavoro per attrarre nuovi talenti.
Maria Cama, consigliera dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Treviso, ha messo in luce il contesto in evoluzione della professione, accentuato dalla pandemia, che ha portato i farmacisti a offrire un numero sempre maggiore di servizi ai cittadini. «Oggi il lavoro del farmacista non si limita alla distribuzione dei farmaci: ci prendiamo cura dei bisogni di salute della popolazione. Per questo serve una formazione sempre più articolata e una presenza costante al banco, elementi che rendono il ruolo più impegnativo e pesante».
In questo senso, il welfare diventa una chiave strategica per migliorare la professione, e Cama ha indicato l’avanzamento di carriera come uno dei punti centrali del manifesto: «Mi rendo conto che significa cambiare una mentalità radicata, ma ritengo che questo sia il momento giusto per affrontare il tema». Inoltre, ha aggiunto, «quasi l’80% dei farmacisti iscritti all’Ordine sono donne, che ancora oggi si trovano a gestire il carico familiare maggiore: anche questa è una questione da considerare per un sistema di welfare che tenga conto delle necessità di tutti».