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Vaccino anti-covid, AstraZeneca interrompe i trial per potenziale adr

10 Settembre 2020

Al contrario di quanto era stato annunciato nei giorni scorsi, potrebbero non arrivare per la fine dell’anno le prime dosi del vaccino anti-covid di AstraZeneca. L’altro ieri, infatti, la società ha disposto l’interruzione dei trial di fase 2-3 ai quali è attualmente sottoposto il proprio farmaco: la decisione, secondo quanto riportato dalla stessa azienda, è dovuta alla sospetta adr grave (adverse drug reaction, reazione avversa da medicinale) osservata in uno dei volontari che stanno testando il vaccino.

Come prevedono i protocolli, la sperimentazione è stata immediatamente fermata e riprenderà soltanto quando saranno chiare le cause dell’evento. «Abbiamo messo in atto una procedura di routine» ha commentato un portavoce di AstraZeneca «che scatta ogni volta che nel corso della sperimentazione si manifesta una potenziale reazione avversa. L’interruzione assicura l’integrità delle prove».

Secondo un articolo del New York Times, la potenziale reazione avversa riguarderebbe un partecipante al trial arruolato nel Regno Unito, al quale sarebbe stata diagnosticata una mielite trasversa. La multinazionale si è rifiutata di commentare, limitandosi a ricordare che «l’evento è oggetto di indagine da parte di un comitato indipendente e quindi è troppo presto per trarre conclusioni».

Il vaccino di AstraZeneca è in sperimentazione di fase 2-3 in Inghilterra e India e in fase 3 in Brasile, Sud Africa e più di 60 centri negli Stati Uniti. Il farmaco utilizza come vettore un adenovirus di scimpanzé modificato in modo da renderlo innocuo, che “accompagna” i geni del coronavirus nelle cellule umane per innescare la risposta immunitaria.

Una volta sospesa la sperimentazione, scrive la rivista tedesca Daz.online, si interrompono le inoculazioni ai partecipanti e chi ha già ricevuto il vaccino viene sottoposto ad attenta osservazione. «Gli studi di fase 2-3» ha ricordato al New York Times Phyllis Tien, specialista in malattie infettive all’Università della California «mirano a valutare la sicurezza del potenziale famaco. I ricercatori non sapranno nulla della sua efficacia ancora per molto tempo. Interrompere la sperimentazione fino a quando il comitato di sicurezza non avrà capito se l’evento avverso è direttamente correlato al vaccino è stata una buona cosa».

Come si ricorderà (vedi articolo di FPress) a fine agosto la Commissione Ue aveva firmato con AstraZeneca il primo contratto finale per la fornitura di un vaccino anti-covid ai Paesi Ue. L’accordo riguardava la fornitura di 300 milioni di dosi più un’opzione per altri cento milioni. Bruxelles, al momento, ha firmato accordi preliminari dello stesso genere con altre quattro aziende farmaceutiche. Con una sesta, la Biontech di Magonza, in Germania, sono in corso trattative avanzate.