professione

Sondaggio Mnlf, no a maggiore flessibilità nel nuovo contratto

7 Novembre 2019

L’orario di lavoro dei dipendenti di farmacia è già flessibile a sufficienza, no a ulteriori allargamenti nel nuovo contratto. Lo dice il 75% dei collaboratori che ha partecipato al sondaggio lanciato dal Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlf). «Un risultato inequivocabile e senza appello» commenta il vicepresidente, Fabio Romiti «anche se i risultati non sono statisticamente rappresentativi perché hanno patecipato soltanto coloro che seguono la nostra pagina social su Facebook. E’ però indicativo dell’umore che si avverte dietro al bancone della farmacia italiana. Molta insoddisfazione, troppa frustrazione».

Per Romiti si tratta di «una situazione che sta diventando giorno dopo giorno sempre più esplosiva, se si guarda anche alla disponibilità data da molti a scendere in piazza per un rinnovo contrattuale che si fa aspettare da anni. Tra i commenti, prevalgono quelli che sottolineano come con l’ultimo contratto si sia già toccato un grado di flessibilità insopportabile».

Romiti riporta alcuni degli interventi provenienti dalla base: «Più flessibile di come siamo credo sia impossibile» scrive un dipendente di farmacia privata «molti di noi lavorano tutti i festivi e le domeniche, senza pausa pranzo e con reperibilità continua. L’unica cosa che manca è pagare noi il datore di lavoro, per il resto siamo ok». E ancora: «Noi dipendenti siamo diventati fili di giunco, altro che flessibili. Ma non ci possono chiedere di essere flessibili fino a sacrificare anche gli affetti familiari». «Già fanno un pochino come gli pare» scrive un altro utente «visto che con tre giorni di preavviso possono cambiare l’orario. Io non riesco a trovare un secondo part time perché tutti vogliono un part time con massima flessibilità. Praticamente pagare la metà e avere reperibilità h24». «Prima adeguino il nostro stipendio a quello dei colleghi svizzeri o tedeschi, poi si vedrà» conclude un altro.