attualita

AstraZeneca, nuovi aggiornamenti dall’Ema su benefici e seconda dose

24 Aprile 2021

Il vaccino AstraZeneca è efficace per prevenire i ricoveri (in particolare nelle terapie intensive) e i decessi dovuti a covid-19. Gli effetti collaterali più comuni sono generalmente lievi o moderati e migliorano entro pochi giorni, i più gravi riguardano casi molto rari di trombi associati a bassi livelli piastrinici, il cui tasso stimato d’incidenza si aggira attorno a un episodio ogni 100.000 persone vaccinate. E’ quanto scrive l’Ema nel supplemento di analisi condotto sui dati relativi al vaccino anglo-svedese e pubblicato ieri sul proprio sito.

L’analisi, in particolare, ha esaminato la prevenzione di ricoveri, ricoveri in terapia intensiva e decessi per covid sulla base di differenti livelli di propagazione del contagio. E’ così emerso che i benefici si fanno sempre più positivi man mano che aumentano età e tassi di infezione. In particolare, nell’ipotesi di un’infezione di livello elevato (886 contagiati ogni 100mila abitanti, il tasso registrato a gennaio in Europa), le ospedalizzazioni evitate dal vaccino ammontano nella fascia over 80 a 1.239 ogni 100mila vaccinati e nella fascia 20-29 anni 64 ogni 100mila. Per contro, tra gli 80enni e oltre i casi di trombosi con bassi livelli piastrinici ammontano a 0,4 ogni centomila vaccinati, tra i 20-29enni quasi due.

 

 

«I dati disponibili nell’Ue» avverte l’Ema «non sono sufficienti a fornire valutazioni sui benefici e sui rischi in relazione al sesso. La relazione con i dati completi sarà pubblicata a breve» in ogni caso lo studio «non costituisce una valutazione del rapporto rischi/benefici del vaccino, che rimane positivo per gli adulti in tutte le fasce d’età».

Oltre a un approfondimento dei dati, nella nota di ieri l’Ema ha confermato le proprie raccomandazioni relative alla seconda dose di AstraZeneca, che fissano l’intervallo tra le 4 e le 12 settimane dalla prima somministrazione. L’Agenzia ha valutato intervalli più lunghi e ha considerato anche l’eventualità di non somministrare affatto la seconda dose oppure di farlo con un vaccino mrna (il vaccino anglo-svedese è basato su adenovirus). «L’esposizione e il tempo di follow-up» scrive l’Agenzia «non sono stati però sufficienti per determinare se il rischio di coaguli di sangue con basse piastrine dopo la seconda dose differisce da quello associato alla prima dose. Al momento non i dati non ci sono o risultano troppo limitati per modificare le attuali raccomandazioni».