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Istituto Pasteur: con Omicron monoclonali inefficaci, ok terza dose

22 Dicembre 2021

Secondo uno studio dell’Istituto Pasteur ancora nella fase “pre-print” (dunque in attesa di peer review), sei anticorpi monoclonali sui nove sottoposti ad analisi sono inefficaci nei confronti della variante omicron di Sars-CoV-2. L’indagine, come riferisce in un articolo il Quotidien du pharmacien, è stata condotta in collaborazione con l’Istituto di ricerca sui vaccini e l’Ospedale europeo Georges Pompidou di Parigi, la Katholieke universiteit di Lovanio (Belgio), il Centro ospedaliero regionale di Orléans e altri istituti di ricerca. Gli autori hanno misurato la sensibilità della variante Omicron (prelevata da un tampone nasale effettuato su una donna di 32 anni che ha contratto il virus durante un soggiorno in Egitto) agli anticorpi prelevati dal sangue di persone vaccinate con doppio ciclo oppure guarite da covid, così come a nove anticorpi monoclonali autorizzati dall’Ema per covid.

I risultati, che dovranno essere verificati con altre analisi “real life”, non sono entusiasmanti: sei farmaci monoclonali (tra i quali bamlanivimab/etesevimab, casirivimab/imdevimab e regdanvimab) «perdono totalmente il loro effetto antivirale», mentre gli altri tre si rivelano da 3 a 80 volte meno efficaci contro Omicron rispetto a Delta (è il caso, in particolare, di tixagevimab/cilgavimab).

«I dati» commenta Olivier Schwartz, direttore dell’unità Virus e Immunità dell’istituto Pasteur «rivelano che l’ultima variante è altamente trasmissibile perché mostra una marcata resistenza agli anticorpi. I monoclonali terapeutici sono per la maggior parte inattivi».

Non sono più in grado di combattere Omicron anche gli anticorpi presenti nel sangue a cinque mesi dalla somministrazione della seconda dose di Pfizer o AstraZeneca. In questo caso, tuttavia, una terza dose di Pfizer sembra aumentare bruscamente la risposta immunitaria, fino a livelli sufficiente per neutralizzare la nuova variante. «I test di coltura cellulare» avverte tuttavia lo studio «dicono che per neutralizzare Omicron occorrono anticorpi in quantità da 5 a 31 volte maggiore rispetto a Delta». E Olivier Schwartz aggiunge: «Ora è necessario studiare la durata della protezione della terza dose. I vaccini, probabilmente, perdono una forte efficacia contro l’acquisizione del virus, ma dovrebbero continuare a proteggere contro le forme gravi». Secondo i ricercatori, la differente risposta del sistema immunitario a Omicron si spiegherebbe con la presenza nella variante di numerose mutazioni della proteina Spike.