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App sanitarie, ricerca francese: due su tre senza studi clinici alle spalle

13 Settembre 2022

Le app per smartphone che promettono di misurare parametri vitali o monitorare l’evoluzione di alcune patologie croniche sono spesso inaffidabili. Per essere più precisi, in media due su tre non superano il vaglio di uno studio clinico. È quanto rivela una ricerca francese pubblicata sul Journal of medical Internet research, di cui riferisce un articolo del Quotidien du pharmacien: ogni giorno spuntano circa 250 nuove app dedicate alla salute, 90mila all’anno, e sono ormai diverse centinaia di migliaia le applicazioni dello stesso genere scaricabili dalle piattaforme per sistemi iOS e Android. Tra le funzioni che propongono ci sono il monitoraggio della glicemia, della pressione sanguigna, della frequenza cardiaca o persino del sonno, con o senza device connesso (uno smart watch, per esempio), il che spiega perché queste app suscitino principalmente l’interesse dei malati o degli atleti.

Tuttavia, dice l’indagine riportata dal Jmir, su 68 applicazioni reperite nel mercato francese, solo il 21% è stato sottoposto a una sperimentazione randomizzata diretta a verificarne le funzionalità. D’altronde, aggiungono i ricercatori, l’alto costo di tali studi e l’assenza di normative al riguardo scoraggiano gli sviluppatori. «Per un’app sanitaria non c’è lo stesso percorso autorizzativo che vige per i farmaci» si rammarica Rémi Sabatier, cardiologo dell’ospedale universitario di Caen, in Francia, e vicepresidente dell’Istituto nazionale di e-health «ma quando queste applicazioni non fanno quello che dicono ci potrebbero essere addirittura rischi per i pazienti».

Senza contare i pericoli per la privacy che si generano quando questi software non sono controllati, come sottolinea Vincent Trely, presidente fondatore dell’Associazione per la sicurezza dei sistemi informativi sanitari: è una preoccupazione che riguarda soprattutto le app offerte gratuitamente sul mercato (con l’obiettivo, in diversi casi, di ottenere dati sanitari dai pazienti che le adottano), mentre – continua Trely – le applicazioni promosse dai medici sono affidabili, «ma sono pochissime». Si tratta in prevalenza di applicativi per il monitoraggio di patologie cardiache o croniche come il diabete, sono disponibili su prescrizione medica e vengono rimborsati dall’assicurazione sanitaria.