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Germania, passa la legge sugli sconti: ogni farmacia perderà in media 6.500 €

22 Ottobre 2022

Nonostante lo sciopero di mezza giornata che mercoledì scorso, 19 ottobre, ha coinvolto i farmacisti titolari di quattro stati federali, ha ricevuto comunque il via libera del Bundestag la Legge per la stabilità finanziaria della Sanità che, tra le altre misure, aumenta da 1,77 a 2 euro lo sconto a pezzo dovuto dalle farmacie sui medicinali rimborsati. Una vera e propria stangata per molti esercizi, considerato che in media ogni titolare ci rimette circa 6.500 euro all’anno. Considerati i costi dell’energia che volano e gli aumenti del nuovo salario minimo c’è di che essere preoccupati, e infatti da ieri i farmacisti hanno cominciato a sfogare la loro rabbia su Twitter e gli altri social.

Intanto il ministro della Sanità, Karl Lauterbach, ha diffuso un comunicato stampa che difende gli interventi perché eviteranno tagli alle prestazioni sanitarie. L’opposizione, dal canto suo, esprime scetticismo: Tino Sorge, portavoce per la politica sanitaria della Cdu, afferma che «con la legge per la stabilità finanziaria il governo sbaglia bersaglio a spese dei pazienti: la soluzione dei problemi strutturali è rimandata».

L’Abda, l’associazione nazionale delle farmacie e dei farmacisti tedeschi, ha accolto con parole molto dure l’approvazione della legge. «Questa è una giornata nera per le farmacie» ha detto la presidente Gabriele Regina Overwiening «negli ultimi due anni e mezzo abbiamo aiutato i politici a dominare la pandemia. Questo è il ringraziamento, quando le stesse farmacie avrebbero invece bisogno di aiuto e sostegno a causa dell’inflazione e della crisi energetica. Ma le farmacie non sono un fattore di costo: incidiamo sulla spesa annuale delle mutue sanitarie per l’1,9%».

Anche l’industria farmaceutica, alla quale la legge impone contributi per 3,5 miliardi, è critica nei confronti del Governo: «La crisi che stiamo attraversando avrebbe dovuto suggerire di mettere da parte questo pacchetto di provvedimenti» dice Hubertus Cranz, amministratore delegato della Bah, l’equivalente tdesco della Farmindustria «si generano ostacoli elevati all’innovazione, al punto che lacune aziende hanno già cominciato a rinviare i nuovi lanci».

Neanche le assicurazioni sanitarie, infine, sono contente: durante il dibattito parlamentare hanno ottenuto alcuni benefici ma nel complesso il loro giudizio sulla legge è negativo «”La maggior parte del passivo che grava sui consti della sanità viene colmata dai contribuenti» “, afferma Andreas Storm, il ceo di Dak-Gesundheit, la più grande cassa-malattia del Paese «credo che in questo momento di crisi economica sia un errore».