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Germania, gli esperti: nel 2023 digitalizzato il 13% delle ricette mediche

16 Settembre 2022

Nel 2023 viaggerà per via digitale il 13% delle ricette del servizio sanitario tedesco, in totale circa 79 milioni di prescrizioni. È quanto prevedono gli esperti secondo il sondaggio che Gesund.de, piattaforma per la salute digitale che mette assieme curanti e farmacie, ha condotto nelle settimane scorse su un campione di medici, farmacisti, esperti universitari e tecnici dell’assicurazione sanitaria. In Germania, come si ricorderà, la dematerializzazione delle ricette è cominciata a piccoli passi dall’autunno dell’anno scorso e punta a una consistente accelerazione a partire da questo mese, con l’entrata in vigore della norma che obbliga le farmacie di tutto il Paese ad accettare le prescrizioni digitali.

Come è accaduto in Italia, tuttavia, la dematerializzazione non può che avanzare sulle gambe dei medici di famiglia, che però sembrano lasciare la carta con molta lentezza: dal sondaggio di Gesund.de, infatti, emerge che tra i medici di famiglia della regione Westfalia-Lippe solo il 9% ha già cominciato a usare la prescrizione elettronica, anche se un altro 72% afferma di volerla utilizzare entro la fine dell’anno. «La parte di indagine condotta negli studi dei generalisti» dicono a Gesund «mostra che molti medici passeranno alla prescrizione elettronica nei prossimi tre o quattro mesi».

Anche gli esperti di Gematik, l’equivalente tedesco di Sogei, sono ottimisti: secondo le loro stime, in Westfalia-Lippe – una delle regioni dove la digitalizzazione è partita precocemente in forma sperimentale – le ricette dig8itali dovrebbero diventare nei prossimi mesi il 25% del totale. Ma i farmacisti non mostrano lo stesso entusiasmo: secondo loro, nel 2023 diventerà dematerializzata soltanto una prescrizione su dieci.

Per Gesund.de non è necessariamente una cattiva notizia: la sua app, infatti, consente ai pazienti di fotografare la ricetta cartacea e inviarla in modo protetto alla farmacia di fiducia. L’Abda, l’associazione che rappresenta i farmacisti titolari, ritiene che questa modalità d’invio non sia consentita, ma al momento ancora non sono arrivati chiarimenti dal legislatore.