Secondo il Pharmaceutical Journal, con l’inizio del nuovo anno verrà sperimentato nel Regno Unito un programma di test farmacogenetici per i pazienti che si accingono ad assumere statine, antidepressivi e inibitori della pompa protonica (Ppi). Finanziato dal Nhs, il servizio sanitario pubblico, sarà il primo progetto pilota per test genetici nel setting delle cure primarie e coinvolgerà inizialmente cinque studi di medicina generale concentrati nel nord-ovest dell’Inghilterra.

L’obiettivo del programma, chiamato “Progress” e guidato dall’Università di Manchester, è quello di valutare l’efficacia della farmacogenetica nella predizione di effetti collaterali successivi all’assunzione di un farmaco. Se i risultati della sperimentazione dovessero mostrarsi positivi, hanno detto i ricercatori al Pharmaceutical Journal, il programma verrà esteso nel giro di un anno all’intera Inghilterra.

«Questo progetto pilota» ha dichiarato Sophie Harding, responsabile della farmacogenomica presso la Royal pharmaceutical society (l’Ordine dei farmacisti inglesi) «serve a esplorare l’impiego dei test farmacogenomici nelle cure primarie per la prescrizione dei farmaci di uso più consolidato, in modo da definire trattamenti su misura per ogni paziente».

«La genomica ha già un ruolo importante nella medicina e nella cura dei pazienti» ha aggiunto Martin Marshall, presidente del Royal College of Gp (l’Albo inglese dei medici di famiglia) «e questo ruolo è destinato ad allargarsi in futuro. È importante che qualsiasi intervento genomico sia implementato in modo sicuro e responsabile».