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I numeri che certificano l’emarginazione del territorio dall’innovazione

14 Luglio 2018

Nel 2017 hanno fatto il loro esordio sul mercato italiano 60 specialità medicinali, per un totale di 59 net (nuove entità terapeutiche, cioè principi attivi o associazioni) e 117 confezioni. Tuttavia, l’Aifa ha consentito la prescrizione da parte del medico di famiglia soltanto sul 18,3% di tali specialità, ossia il 17% delle net (e di queste, soltanto quattro risultano a carico del Ssn). Per altre 6 net (il 10,2% del totale), il mmg è stato invece autorizzato a continuare la terapia indicata dallo specialista nel Piano terapeutico, ma non gli è permesso avviare la cura di propria iniziativa. I dati arrivano da un articolo pubblicato sul numero di luglio di Infofarma, il bollettino del servizio farmaceutico dell’Asl 20 di Verona per l’informazione indipendente sul farmaco. E fotografano come meglio non si potrebbe quell’emarginazione del territorio dall’innovazione farmaceutica che farmacisti e medici denunciano da tempo. L’ultima esternazione sul tema soltanto pochi giorni fa, quando il presidente della Federazione degli ordini dei medici, Filippo Anelli, ha chiesto «di aprire la prescrizione dei farmaci innovativi a tutti i medici, anche a quelli di medicina generale».

I numeri messi sul tavolo dall’articolo di Infofarma, d’altronde, fanno scalpore: il 73% delle specialità commercializzate nel 2017, ossia 43 net, è riservata esclusivamente alla prescrizione dello specialista, dunque la loro distribuzione è limitata al circuito ospedaliero o a quello della diretta-dpc. In classe A sono finiti soltanto enoxaparina (biosimilare del Clexane), lurasidone (schizofrenia negli adulti), bisoprololo/perindopril (ipertensione) e naloxegol (nella confezione da 30cpr 25mg). In classe C, a totale carico degli assistiti, troviamo invece brinzolamide/brimonidina (collirio contro la pressione intraoculare in pazienti affetti da glaucoma), sinecatechine (indicato nel trattamento dei condilomi anali e genitali) e macrogol 4000/sodio citrato/dimeticone (lassativo osmotico per la pulizia intestinale).

«Anche considerando una ipotizzabile riclassificazione in classe A delle net la cui rimborsabilità è attualmente in corso di negoziazione» si legge nell’articolo «le novità farmacologiche a livello territoriale sono estremamente limitate, a dimostrazione di uno spostamento dell’innovazione verso la specialistica ospedaliera». Sarebbe invece opportuno, si domandano gli autori, coinvolgere maggiormente i mmg nella prescrizione? L’emendamento Marazziti-Gelli all’ultima Legge di Bilancio, in effetti, andava in tale direzione perché «rimuoveva la preclusione per i medici di medicina generale della prescrizione di terapie innovative e di comprovata efficacia e sicurezza, come le cure ai pazienti affetti da diabete di tipo 2 e i farmaci come Lama/Laba e Ics, a beneficio di pazienti affetti da Bpco. «L’emendamento» concludono gli autori «si era perso per strada in sede di discussione parlamentare e la legge di Bilancio 2018, nella versione finale, non ne porta traccia». La nuova Convenzione potrebbe offrire lo spazio per interventi che sottraggano il territorio dall’attuale ruolo di Cenerentola dell’innovazione.