Le farmacie italiane generano fatturati complessivi di oltre 25 miliardi di euro e ogni italiano spende in questo canale di vendita 407 euro all’anno. È quanto emerge da uno studio approfondito realizzato da Leanus, società specializzata in analisi economico-finanziarie, in collaborazione con Milano Finanza. L’indagine ha analizzato 2.450 bilanci del 2023, fornendo un quadro dettagliato dello stato di salute economico e finanziario del settore.
In Italia, il ricavo medio annuale per farmacia è di circa 1,4 milioni di euro. Tuttavia, esistono differenze significative tra le regioni: Campania, Toscana ed Emilia Romagna superano i due milioni di euro per farmacia, mentre nelle regioni del Sud, come Calabria, Sicilia, Sardegna e Puglia, i ricavi medi sono più contenuti. Il margine sui prodotti venduti – che include farmaci, parafarmaci e integratori – si attesta tra il 30% e il 35%.
Il settore farmaceutico italiano conta circa 60 mila occupati, con un costo del personale che rappresenta il 13,7% dei ricavi. Questa incidenza evidenzia la rilevanza del lavoro qualificato nell’ambito della farmacia.
Uno degli aspetti più interessanti emersi dallo studio riguarda la configurazione societaria: soltanto il 21% delle circa 17 mila farmacie italiane è costituito in forma di società di capitali. Questo dato, aggiornato al gennaio 2025 e basato sui dati del Registro Imprese, riflette un modello ancora prevalentemente tradizionale, sebbene si registri un’evoluzione verso forme societarie che facilitano investimenti e accesso al credito.
Un elemento che contribuisce alla solidità del settore è il basso livello di indebitamento. L’analisi di 891 bilanci evidenzia che, a fronte di 3,2 miliardi di ricavi, i debiti verso le banche ammontano a poco più di 300 milioni di euro, pari a meno del 10%. Inoltre, la posizione finanziaria netta è generalmente negativa, con una liquidità superiore ai debiti bancari. Complessivamente, l’indebitamento stimato per l’intero settore si aggira intorno ai 2,5 miliardi di euro.
Nonostante le sfide legate alla pandemia da Covid-19, le farmacie hanno mantenuto una stabilità economico-finanziaria paragonabile ai livelli pre-pandemia del 2019, dimostrando una forte resilienza.
La distribuzione delle farmacie riflette la densità demografica e le caratteristiche geografiche. La Lombardia è la regione con il maggior numero di farmacie (2.837), pari a una ogni 3.529 abitanti. Seguono Campania, Sicilia e Lazio. La Valle d’Aosta, invece, conta solo 45 farmacie, il dato più basso a livello nazionale.
Lo studio Leanus include anche una classifica delle Top 10 farmacie italiane, stilata in base a ricavi, Ebitda e affidabilità. Il 50% di queste è di proprietà di gruppi d’investimento o soggetti istituzionali, mentre l’altra metà appartiene a persone fisiche. Geograficamente, sono distribuite su tutto il territorio nazionale, con una presenza in regioni come Lazio, Lombardia, Toscana e Sicilia.
Tra le migliori farmacie, sei sono società di capitali costituite tra il 2018 e il 2021, mentre le altre quattro risalgono a periodi compresi tra il 1993 e il 2006. Non emergono correlazioni dirette tra forma giuridica e performance economiche: il successo sembra dipendere principalmente dalle capacità gestionali, commerciali e organizzative.
Per ulteriori dettagli, è possibile consultare il sito www.leanus.it.