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Spesa farmaci, l’Aifa rivede i conti 2016: ospedaliera errata, convenzionata corretta

3 Febbraio 2018

Erano sbagliati i conti della spesa farmaceutica pubblica di due anni fa: 50 milioni di troppo sulla distribuzione diretta e quasi cento di meno sulla spesa ospedaliera, che rendevano un po’ più leggero il conto del pay back a carico delle Regioni. Le sviste emergono dal report pubblicato un paio di giorni dall’Aifa, che aggiorna e corregge il consuntivo della spesa farmaceutica 2016 diffuso nel giugno dell’anno scorso. Come scrive l’Aifa nel nuovo documento, il precedente rapporto era «provvisorio poiché i dati del sistema Nsis provenienti dalla tracciabilità (lato produttori) e quelli dalla Diretta e dai consumi ospedalieri (lato Regioni) erano aggiornati soltanto fino al 19 maggio 2017». Il nuovo report, invece, «ha utilizzato i dati del Nsis aggiornato al 28 settembre», contenenti dunque «tutte le revisioni che le ditte hanno presentato ad Aifa nel corso dei diversi incontri fatti nel corso del 2017 sui dati di tracciabilità, sulle anagrafiche e sul pay-back».

Il risultato è che nel 2016 la spesa per la distribuzione diretta si ferma in realtà a 5.556 milioni di euro anziché ai 5.605 indicati dal report provvisorio. La spesa farmaceutica ospedaliera, invece, sfonda il proprio tetto di 1.663 milioni, mentre nella precedente rilevazione si attestava sui 1.571 milioni. E per le Regioni non è una buona notizia: la legge, infatti, stabilisce che gli sfondamenti sulla spesa ospedaliera sono ripianati “fifty-fifty” dalle industrie produttrici e dai governi regionali, che per il 2016 dovrebbero quindi ritrovarsi un conto da pagare più salato di una cinquantina di milioni.

Nel caso se lo chiedessero, le farmacie invece non hanno nulla da temere dall’aggiornamento dei consuntivi. Il ridimensionamento della diretta, infatti, genera un avanzo di 256 milioni sulla spesa farmaceutica territoriale del 2016, che non sfondando solleva la filiera farmaceutica dall’obbligo di ripiani. Anzi, semmai il secondo report aggiunge nuove prove alla tesi – da sempre sostenuta da Federfarma – secondo la quale le farmacie assicurano un monitoraggio della spesa a prova di errore: il consuntivo della convenzionata riportato nell’ultima rilevazione, scrive l’Aifa, ammonta a 8,7 milioni di euro, ossia la stessa cifra «del precedente monitoraggio». Viene da parafrasare il vecchio proverbio: errare è umano, perseverare è della spesa ospedaliera.