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Fsn, nella proposta di riparto del Ministero i 6mln della farmacia dei servizi

31 Luglio 2018

Più di due miliardi di euro per la Lombardia, quasi 1.200 milioni per Lazio e Campania, poco più di mille per Veneto e Sicilia. Sono alcuni dei tetti regionali sulla spesa farmaceutica territoriale (cioè convenzionata più diretta-dpc) provenienti dalla proposta del Ministero per il riparto del Fondo sanitario 2018, che verrà discussa nella prossima seduta della Conferenza delle Regioni in programma domani a Roma. Le cifre discendono dalla cosiddetta quota “indistinta” del finanziamento 2018 per il Ssn, pari a 112,6 miliardi di euro, rispetto ai quali il budget per la farmaceutica territoriale rappresenta l’11,64%, ossia 12,7 miliardi di euro. Si tratta, come detto, di quanto il Ssn dovrà spendere quest’anno per i farmaci della convenzionata e della diretta-dpc, che continuano a essere contabilizzati a parte rispetto all’ospedaliera (anche se dal 2017 i tetti di spesa sono stati riorganizzati) perché appartengono alla spesa distrettuale.

Ma la notizia più importante arriva dalla proposta di riparto dei 1.500 milioni destinati agli obiettivi di Piano sanitario nazionale. Di tale cifra, poco più di 1.100 milioni sono suddivisi tra le Regioni per quota capitaria (popolazione pesata), tra i restanti invece ci sono i 6 milioni di euro per il finanziamento del primo anno di sperimentazione della farmacia dei servizi, «ai sensi dell’articolo 1, comma 406, della legge 205/2017». Si tratta, come si ricorderà, della disposizione introdotta nella Manovra 2018 grazie a un emendamento del presidente della Fofi, Andrea Mandelli, che promette 36 milioni di euro in tre anni per provare sul campo nuove forme di remunerazione dei servizi in farmacia.

Su quei sei milioni la proposta di riparto del ministero della Salute è particolarmente avara di notizie: non dice nulla sulle tre Regioni che dovrebbero usufruirne (secondo il decreto attuativo emanato a primavera dallo stesso dicastero e accolto “con modifiche” dalle Regioni dovrebbero essere Lazio, Puglia e Piemonte) né sulle modalità con cui suddividerli. La Manovra prevedeva una spartizione equanime (due milioni a testa per ogni amministrazione), le Regioni avevano chiesto che fossero ripartiti per quota capitaria. Se ne dovrebbe sapere di più domani, anche perché nel documento del Ministero si parla di finanziamenti subordinati all’approvazione di linee guida dedicate da parte della conferenza Stato-Regioni.

Intanto, i medici festeggiano i 40 milioni che la stessa proposta di riparto riserva al finanziamento di 860 borse di studio per la formazione in medicina generale. «Siamo estremamente grati al ministro della Salute Giulia Grillo per aver portato avanti questa previsione» commenta il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli «se approvata dalla Conferenza Stato-Regioni, metterà 918 giovani colleghi nelle condizioni di poter completare la formazione e darà finalmente al Paese la possibilità di una programmazione formativa congrua rispetto alle proiezioni sulla carenza di medici di medicina generale».