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Petrone (Assoram): Italia può essere hub della farmadistribuzione

29 Giugno 2021

Con la pandemia sanità e distribuzione farmaceutica sono ancora più esposte alle infiltrazioni della criminalità mafiosa e per arginarle serve una collaborazione virtuosa tra pubblico e privato, che protegga le filiere legali. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, nel suo intervento alla 56ª assemblea nazionale di Assoram, l’associazione che rappresenta oltre cento depositari della distribuzione farmaceutica primaria. Nutrito il parterre degli ospiti invitati a presenziare in videoconferenza ai lavori: oltre a De Raho c’erano il generale Domenico Pace in rappresentanza della Struttura commissariale per l’emergenza covid, il presidente dell’Aspen Institute Italia Giulio Tremonti e il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi.

Sempre in tema di infiltrazioni criminali, il procuratore De Raho ha ricordato il «ruolo fondamentale che recitano le sigle di rappresentanza della filiera farmaceutica, che in primo luogo promuovono la vicinanza alle Istituzioni».

Ma le organizzazioni di categoria sono cruciali anche in questa particolare fase della pandemia, con la campagna vaccinale lanciata a massima velocità per centrare l’obiettivo dell’immunità di gregge entro l’autunno. Lo ha ricordato il generale Pace, che nel suo intervento ha lodato il supporto ricevuto da Assoram e dalle altre associazioni della filiera: «E’ determinante» ha detto in particolare «che tutti gli attori coinvolti nell’elaborazione di un piano siano poi presenti anche nell’esecuzione».

Giulio Tremonti, invece, ha puntato i riflettori sul Recovery Plan e sulle sue linee d’indirizzo: «Dicono che l’enfasi sia indirizzata principalmente alla transizione digitale e green» ha osservato «io credo invece che la transizione da privilegiare sia quella burocratica, che servirà ad avvicinare l’Italia agli altri Paesi europei e rendere le aziende italiane più competitive».

Sul farmaco il nostro Paese è già competitivo, dato che dal 2018 e in testa alla classifica dei Paesi produttori. Lo ha ricordato il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, che nel suo intervento ha messo in rilievo la nuova considerazione di cui godono le aziende farmaceutiche agli occhi degli italiani. «La salute» ha detto «è diventata agli occhi di tutti una catena di valore, oltre a un bene primario. Si è cominciato a parlare della salute non tanto in termini di costo, come si è fatto negli ultimi trent’anni, ma come un investimento. Abbiamo capito che non c’è salute senza economia, ma non c’è nemmeno economia senza salute».

In questo contesto, ha detto il presidente di Assoram Pierluigi Petrone, la distribuzione primaria è attesa a un ruolo di primo piano, ma deve fare gioco di squadra per sviluppare alleanze e sinergie con le altre sigle del comparto. «Il Recovery plan europeo» spiega in particolare Petrone a FPress «prefigura un nuovo piano Marshall che promette investimenti e sviluppo anche nella farmaceutica. L’industria avrà bisogno di trovare nella distribuzione primaria un partner affidabile con cui ragionare in termini globali. Perché il bacino del Mediterraneo può diventare un hub logistico strategico, come cerniera tra i Paesi del nord Africa e del nord Europa così come tra Europa e Stati Uniti».

In tale scenario, continua Petrone, «la distribuzione primaria deve approfondire riflessioni e ragionamenti che le diano maggiore consapevolezza di sé e del suo ruolo. E noi siamo pronti a dare il nostro contributo perché i depositari non possono essere lasciati indietro».

Vale anche nella distribuzione dei vaccini covid, dove del aziende del comparto si sono viste “scavalcare” da Poste Italiane. «Non ci fa paura la concorrenza, anzi siamo convinti che più player entrano in gioco e maggiore è la crescita di efficienza» osserva Petrone «ma qui siamo di fronte a un’operazione a metà tra deregolamentazione e delegittimazione. In ogni caso, abbiamo avviato un dialogo sempre più stretto con il Commissariato per l’emergenza covid (all’assemblea è intervenuto il generale Domenico Pace in rappresentanza di Figliuolo, ndr) e ora stiamo lavorando perché le nostre aziende possano essere coinvolte pienamente nella prossima fase della campagna vaccinale, quella che non passerà più dai grandi hub ospedalieri ma dai presidi del territorio, farmacie e studi dei medici di famiglia».