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Campagna influenzale, la programmazione regionale e le disponibilità di vaccini

28 Luglio 2020

Al momento sono 17 le Regioni che hanno programmato l’acquisto dei vaccini per la stagione influenzale 2020/2021 e definito la platea dei destinatari: Piemonte (950mila dosi), Lombardia (2,8 milioni), Veneto (1,3 milioni), Emilia-Romagna (1,2 milioni), Liguria, Val d’Aosta, Friuli-Venezia-Giulia(1,3 milioni), Bolzano, Lazio, Abruzzo, Molise, Umbria, Basilicata (125mila), Calabria, Puglia(2,1 milioni), Campania (1,5 milioni) e Sardegna (530mila dosi). La panoramica arriva dal 17° aggiornamento dell’Instant Report covid-19 dell’Altems, l’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’università Cattolica di Roma.

La pubblicazione, uscita venerdì scorso 24 maggio, fornisce un quadro dettagliato delle scelte adottate dalle Regioni che hanno già organizzato la prossima campagna influenzale. Alcune, come Lazio e Calabria, hanno decretato l’obbligatorietà della vaccinazione per determinate categorie a rischio (over-65 e operatori sanitari); altre, come la Campania, hanno annunciato l’intenzione di introdurla. In molte altre Regioni, invece, «emerge l’attenzione per una fornitura di dosi vaccinali specificamente dedicata agli operatori sanitari, nonché la consapevolezza dell’importanza di raggiungere un’ampia copertura vaccinale, specie nei soggetti più esposti, per ridurre il ricorso all’assistenza nelle strutture sanitarie e permettere una più facile diagnosi dei sospetti casi di positività al coronavirus».

In diverse Regioni, poi, la programmazione rivela un netto incremento delle forniture: in Emilia Romagna, per esempio, il quantitativo pianificato è del 20% superiore a quello dell’anno scorso, e il contratto d’appalto prevede un ulteriore incremento di un altro 20% in caso di necessità (un’opzione contemplata anche dal bando di gara in Friuli Venezia Giulia).

E’ evidente che la novità va messa in relazione con le indicazioni diramate dal ministero della Salute per la prossima campagna influenzale: se finora il vaccino antinfluenzale (in Italia sono disponibili il tipo trivalente con due virus A, H1N1 e H3N2, e un virus B, più il tipo quadrivalente che contiene due virus A e due virus B), era raccomandato ai soggetti sopra i 65 anni e ai bambini affetti da particolari patologie, quest’anno la raccomandazione è di offrire la vaccinazione gratuita a «donne in gravidanza e in postpartum, soggetti dai 6 mesi ai 65 anni di età affetti da malattie respiratorie croniche, cardiopatie congenite e acquisite, diabete, obesità, malattie del rene, del fegato, del sangue e oncologiche, immunodepressi, malattie infiammatorie croniche, patologie neuromuscolari, i soggetti a partire dai 60 anni, i lungodegenti, nonché i familiari di tutti i pazienti prima nominati, gli addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo come personale sanitario, forze di polizia, vigili del fuoco, i donatori del sangue, i lavoratori a contatto con animali e altre categorie eventualmente individuate dalle Regioni».

All’origine di tale dispospzione, come noto, c’è l’intento di agevolare la diagnosi differenziale di covid nell’eventualità di una seconda ondata autunnale, ma tra gli esperti c’è già chi ha fatto notare che questo allargamento della platea degli eleggibili metterà in difficoltà la catena degli approvvigionamenti. Come scrive il medico di famiglia Simonetta Pagliani nel blog ScienzainRete, «per vaccinare bambini dai 6 mesi ai 6 anni ci vorrebbero oltre 6 milioni di dosi e 6 milioni di sedute vaccinali. Il mercato italiano consumava 10-12 milioni di dosi e in base alla circolare ministeriale la platea potenziale è molto superiore a quelle degli scorsi anni. E il numero di dosi non è più aumentabile. Insomma, c’è il rischio di sollecitare aspettative che potrebbero andare deluse».

Intanto c’è anche chi propone di utilizzare la campagna antinfluenzale prossima ventura per uno screening di massa contro epatite C e Sars-Cov-2. Magari con l’appoggio delle farmacie del territorio. La proposta arriva da Massimo Galli, professore ordinario di Malattie infettive all’università degli Studi di Milano: «Serve una campagna vaccinale contro l’influenza, in autunno, che veda associati anche i test contro l’epatite C e contro il Sars Cov-2» ha detto intervenendo ieri a una tavola rotonda organizzata a Milano. E per effettuarli, ha proposto Ivan Gardini, presidente dell’associazione di pazienti Epac Onlus, «si possono coinvolgere anche le farmacie, luoghi in cui si potrebbe fornire un supporto di comunicazione, che possa indirizzare chi