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Coronavirus, dall’Ecdc linee guida che fanno il punto sull’uso delle mascherine

13 Febbraio 2020

Non è ancora chiaro quale livello di protezione dal coronavirus assicuri l’uso di mascherine di tipo chirurgico. L’incertezza deriva principalmente dalla bassa capacità filtrante di tali prodotti, dall’uso inappropriato che se ne potrebbe fare in ambienti a elevato rischio e dal falso senso di sicurezza indotto dal loro utilizzo. Questo almeno è quanto scrive l’Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) nelle sue Linee guida sulle misure per contrastare la diffusione del virus 2019 n-CoV.

Pubblicato l’altro ieri e disponibile soltanto in lingua inglese, il documento passa in rassegna le pratiche comunemente adottate per contenere l’epidemia e ne valuta l’efficacia. Tra le misure che riguardano la persona, in particolare, l’Ecdc raccomanda la pulizia frequente delle mani («una precauzione ragionevole, dai costi irrisori e priva di rischi collaterali», sottolinea il documento), soprattutto in ambiente sanitario: «il lavaggio normale con acqua e sapone dovrebbe durare dai 20 ai 40 secondi» spiega l’Ecdc «e in caso di mani sporche dovrebbe seguire l’uso di un detergente contenente alcol per il 60-85%».

Attenzione anche a quando si tossisce o si starnutisce: è assolutamente raccomandato, in tali frangenti, coprire naso e bocca con le mani, per evitare la diffusione di microgocce che sono uno dei principali veicoli di trasmissione del nuovo coronavirus.

 

E’ partita ieri la campagna informativa del ministero della Salute sul nuovo coronavirus.
Testimonial Michele Mirabella, conduttore di trasmissioni tv dedicate alla prevenzione e alla
salute come Elisir, su RaiTre.

 

Segue il paragrafo dedicato all’uso di mascherine di tipo chirurgico e respiratori: in ambiente sanitario, spiega il documento, le mascherine dovrebbero essere immediatamente fornite a tutti gli individui sospettati di avere contratto il coronavirus, in modo da ridurre il rischio di contagio da microgocce quando sostano nelle aree di attesa o vengono trasportati tra i reparti.

Più controverso l’uso delle mascherine da parte delle persone sane: le categorie a rischio – come gli operatori sanitari o assistenziali che hanno a che fare con casi sintomatici sospetti oppure i lavoratori che stanno a stretto contatto con il pubblico – possono considerare l’impiego di mascherine a scopo protettivo. Tuttavia, continua l’Ecdc, mancano evidenze sui benefici che le persone sane possono trarre dall’utilizzo di tali protezioni. E, in ogni caso, diventa tutto inutile quando si indossano in modo inappropriato oppure si tolgono e si smaltiscono senza le dovute cautele. E senza la successiva pulizia delle mani.