attualita

Diabete, la Relazione del Ministero: in un anno spesa SSn per farmaci +7,6%

5 Novembre 2025

Il diabete continua a rappresentare una delle principali emergenze sanitarie del Paese, con un impatto crescente anche sul fronte della spesa farmaceutica e dell’assistenza territoriale. Lo conferma la Relazione al Parlamento 2024 del ministero della Salute, che aggiorna numeri e tendenze di una patologia cronica in costante aumento. In Italia si stimano circa 4 milioni di persone con diabete noto, pari al 6,2% della popolazione, cui si aggiunge un milione e mezzo di casi non diagnosticati. La prevalenza sale fino al 20% tra gli over 75 e risulta più elevata nel Sud e nelle Isole rispetto al Nord, una distribuzione che riflette differenze socioeconomiche e stili di vita.

Il diabete di tipo 2 rappresenta la stragrande maggioranza dei casi ed è fortemente associato a obesità ed eccesso di peso: sette pazienti su dieci risultano sovrappeso e quasi la metà conduce una vita sedentaria. L’86% delle persone con diabete è in terapia farmacologica, prevalentemente con ipoglicemizzanti orali e, in misura minore, insulina. La Relazione dedica particolare attenzione all’andamento dei consumi farmaceutici, sempre più influenzati dall’ingresso delle nuove classi terapeutiche. Nel 2023 la spesa pubblica per i farmaci antidiabetici ha raggiunto 1,45 miliardi di euro, il 5,6% della spesa farmaceutica nazionale, con un incremento del 7,6% in un solo anno.

Il traino arriva dai farmaci innovativi. Gli analoghi del GLP-1, come semaglutide o dulaglutide, crescono rapidamente sia nella spesa sia nei consumi, complici efficacia clinica e comodità di somministrazione. Ancora più marcato l’aumento delle gliflozine, sempre più impiegate anche per cardiopatie e nefropatie associate. Rimane invece stabile e a costi contenuti l’uso della metformina, mentre si registra la progressiva riduzione delle sulfaniluree e delle gliptine. Le insuline, pur restando essenziali, mostrano una contrazione dovuta alla diffusione di terapie più recenti e alla riduzione dei prezzi di alcune formulazioni.

Per il farmacista territoriale, il quadro tracciato dal Ministero evidenzia due temi centrali: il ruolo crescente dell’appropriatezza terapeutica e il problema dell’aderenza. La non aderenza si attesta ancora al 23,9%, più elevata nelle donne e più frequente nelle regioni meridionali. Solo un paziente su due risulta ancora in terapia dopo dodici mesi, un dato che pesa su complicanze, ospedalizzazioni e qualità di vita. La farmacia può contribuire a ridurre questo divario attraverso counselling, riconciliazione terapeutica, supporto alla gestione della politerapia e utilizzo degli strumenti digitali collegati al Fascicolo Sanitario Elettronico.

La Relazione richiama infine il potenziamento dell’assistenza territoriale previsto dal Dm 77 e dal Pnrr, dove la farmacia dei servizi è parte integrante dei percorsi di presa in carico. In un contesto di aumento dei casi e della spesa, la continuità assistenziale e la prossimità diventano fattori strategici. Per i farmacisti si aprono quindi spazi crescenti di intervento nella prevenzione, nell’educazione terapeutica e nel monitoraggio dei trattamenti, con un ruolo sempre più integrato nei team di cura.