attualita

Draghi, il programma per la sanità: territorio da rafforzare con domiciliarità

18 Febbraio 2021

Sulla sanità serve «un confronto a tutto campo» per una riforma che ridisegni rafforzi l’assistenza territoriale, «realizzando una forte rete di servizi di base: case della comunità, ospedali di comunità, consultori, centri di salute mentale, centri di prossimità contro la povertà sanitaria». E’ uno dei passaggi chiave del documento programmatico che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha presentato ieri a Palazzo Madama in vista del voto di fiducia sul nuovo governo. Parole che commentatori e categorie del mondo sanitario hanno subito provato a decifrare: c’è per esempio quell’accenno alle Case di comunità, modello organizzativo delle Cure primarie che ha abbozzato per primo il Recovery Plan e che i sindacati della mg hanno in buona parte bocciato. E torna anche l’idea di una sanità dove cioè «la casa diventa il principale luogo di cura» grazie anche a telemedicina e assistenza domiciliare integrata (altro concetto che Draghi ha ripreso dal Recovery plan di Conte).

In molti, comunque, si sono sentiti chiamati in causa dalle parole del premier. «La farmacia dei servizi rappresenta già oggi un’esperienza assolutamente in linea con quell’impostazione» è il commento diffuso ieri in una nota dal presidente della Fofi, Andrea Mandelli «con i servizi assistenziali e sanitari erogati in farmacia ma anche al domicilio del paziente, questo presidio sanitario polifunzionale costituisce un pilastro fondamentale e naturale di quella “casa come luogo principale di cura” indicata da Draghi come prospettiva futura di una sanità moderna, efficace e vicina al cittadino».

«La Fnopi» recita il comunicato della Federazione degli ordini delle professioni infermieristiche «si identifica in pieno nelle parole di Draghi che corrispondono anche alle richieste della Federazione nella lettera scritta al premier all’indomani della sua nomina: il punto centrale è rafforzare e ridisegnare la sanità territoriale realizzando una forte rete di servizi di base, dove gli infermieri esplicano in pieno la loro attività anche grazie a telemedicina e Adi».

«Ha ragione Draghi quando dice che la “casa come principale luogo di cura” è oggi possibile con la telemedicina e con l’assistenza domiciliare integrata» aggiunge il presidente della Simg, Claudio Cricelli «condividiamo completamente tale visione e sosterremo tutte le iniziative del Governo finalizzate alla realizzazione di questo cambiamento in particolare attraverso la qualificazione dei professionisti della Medicina Generale, che garantisca competenza e qualità della professione».

Commenti positivi anche da Federsanità: «La casa come principale “luogo di cura” grazie allo sviluppo di strumenti come la telemedicina e l’assistenza domiciliare integrata» sottolinea la presidente Tiziana Frittelli «è da oltre 25 anni un nostro obiettivo strategico, che perseguiamo promuovendo azioni a favore di politiche finalizzate allo sviluppo di percorsi di integrazione socio-sanitaria e socio-assistenziale, fortemente orientate ad una nuova concezione della “presa in carico” dei pazienti basata su prossimità, proattività, personalizzazione, partecipazione».

«Le Aziende sanitarie» ha aggiunto Francesco Ripa di Meana, presidente della Fiaso, la Federazione che rappresenta asl e aziende ospedaliere «hanno dimostrato di saper affrontare e superare la crisi economica del 2009 grazie alle innovazioni introdotte, e sono pronte a fare la loro parte. Sono lo spazio privilegiato per la gestione dei progetti del Recovery plan, perché al loro interno opera un management che si cimenta da molti anni con la costruzione di risposte innovative nelle difficoltà del contesto, gestendo le risorse con competenza e capacità allocativa».

Unica voce fuori dal coro, almeno al momento, quella dei medici dello Smi: «Non si pensi di risolvere i problemi della sanità sul territorio con le case della salute» dichiara il segretario generale del sindacato, Pina Onotri «poiché già la stessa Agenas ha detto che si sono dimostrate inefficaci. Il territorio va potenziato impiegando i medici di base e investendo importanti risorse».