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Ema: allargare la quarta dose ai 60-79 anni, da settembre i vaccini adattati

8 Luglio 2022

Occorre allargare la somministrazione della quarta dose anche alla fascia 60-79 anni e ai pazienti a rischio di qualsiasi età. Lo ha detto ieri l’Ema, l’Agenzia europea dei medicinali, nel consueto briefing settimanale con la stampa: contagi e ricoveri stanno crescendo a vista d’occhio in molti Paesi Ue e a “spingere” sono le varianti di omicron più recenti, Ba.4 e Ba.5, che mostrano un’elevata capacità di trasmissione e dovrebbero diventare dominanti per la fine di luglio.

In Italia, come noto, la quarta dose è raccomandata soltanto a over 80, ospiti delle Rsa e 60-79enni delle categorie a rischio, ma al momento meno del 30% di tale popolazione ha già ricevuto il booster. Intanto però i numeri si fanno di giorno in giorno più preoccupanti: il mese scorso – riferisce il Corriere della Sera – si sono ammalati di Covid 20 mila tra medici e infermieri e a luglio potrebbe andare anche peggio, con il rischio di lasciare sguarniti presidi ospedalieri in un periodo non solo di aumento dei ricoveri ma anche di ferie per il personale. «Chi ha più di 70 anni e ha ricevuto la terza dose a dicembre» scrive l’immunologa Antonella Viola su La Stampa «si trova in uno stato di forte vulnerabilità di fronte a Omicron 5. La scelta del governo e dell’Istituto superiore di sanità di non permettere loro l’accesso alla quarta dose è inspiegabile».

Intanto, dice l’Ema, i nuovi vaccini adattati saranno disponibili da settembre. «L’Agenzia europea» ha detto nel briefing Marco Cavaleri, responsabile per le minacce alla salute biologica e la strategia dei vaccini – sta valutando la loro sicurezza e la capacità di stimolare la risposta immunitaria».

I dati indicano che tali vaccini, quando utilizzati come richiamo, possono accrescere la protezione. E i bivalenti, con ceppo originale e variante omicron, sembrano offrire una risposta immunitaria ancora più forte. In ogni caso, Cavaleri ha confermato ciò che ormai si sospetta da tempo, e cioè che la profilassi contro covid assumerà le fattezze della vaccinazione antinfluenzale, con la somministrazione a cadenza annuale di vaccini realizzati per la stagione senza la necessità di valutazione clinica prima dell’approvazione dell’aggiornamento annuale.