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Emendamento Trizzino bocciato, ma sul capitale la partita non è chiusa

10 Dicembre 2018

Il ddl Bilancio esce da Montecitorio senza l’emendamento Trizzino, che riservava ai farmacisti il 51% della proprietà delle farmacie, ma la partita sul capitale è tutt’altro che chiusa. Lo ha fatto capire senza giri di parole il ministro della Salute, Giulia Grillo, che in un post pubblicato giovedì sera su Facebook si è schierata a favore dell’emendamento: «La norma serve a impedire la svendita delle nostre farmacie alle catene che pagano le tasse all’estero» spiega «e la distruzione del lavoro dei farmacisti che sono professionisti sanitari e dunque rappresentano per tutti i cittadini, soprattutto nei piccoli centri, le sentinelle e spesso il primo punto di riferimento sanitario». L’auspicio, conclude il Ministro, è che «la norma sia approvata, nonostante le resistenze del partito che ha governato questo Paese in modo disastroso in questi ultimi cinque anni».

L’uscita del Ministro ha subito raccolto il plauso di Federfarma: «Condividiamo pienamente le ragioni espresse dal ministro della Salute» osserva in una nota il sindacato titolari «riservare la maggioranza del 51% ai farmacisti assicura al canale un’indipendenza professionale che altrimenti sarebbe a rischio. D’altro canto la presenza di investitori, purché limitata al 49%, rappresenta un elemento positivo di equilibrio in quanto può agevolare l’accesso all’esercizio della professione in farmacia da parte di tanti giovani laureati, che non hanno proprie capacità economiche di investimento. Non è svendendo le farmacie al capitale che si risolvono i problemi di sostenibilità».

Difficile, in ogni caso, che l’emendamento Trizzino possa essere recuperato nel testo della Manovra. Non perché manchino le occasioni (il ministro delle Finanze, Giovanni Tria, ha affermato venerdì che al Senato serviranno modifiche) ma perché il provvedimento non è compatibile con una Legge di Bilancio. L’intervento potrebbe però prendere un’altra “diligenza”, come si dice in gergo. La prima disponibile è il ddl semplificazioni, al quale già punta l’Ordine dei farmacisti di Roma per modificare la legge sugli orari. Non resta che osservare gli sviluppi e, intanto, fare il riassunto dei provvedimenti che il testo approvato dalla Camera riserva alla farmacia.

Innanzitutto c’è la norma che dettaglia le modalità di computo del fatturato Ssn (con il rischio di penalizzazioni per le piccole farmacie di diverse Regioni, vedi notizia) ed esonera dallo sconto dell’1,5% gli esercizi con fatturato sotto i 150mila euro (vedi articolo sotto). Da segnalare anche il provvedimento che impegna il ministero della Salute, sentite Regioni e Mef, ad aggiornare i criteri con cui l’Aifa negozia i prezzi dei medicinali, «tenuto conto che il farmaco rappresenta uno strumento di tutela della salute e che i medicinali sono erogati dal Servizio sanitario nazionale in quanto inclusi nei livelli essenziali di assistenza», e quello che rivede i meccanismi del payback, ossia il ripiano della spesa farmaceutica ospedaliera e diretta da parte delle industrie.