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Mg, firmata la convenzione che formalizza gli aumenti del 2020

21 Gennaio 2022

E’ stato siglato ieri dalla Sisac – la Struttura che gestisce per le Regioni i rinnovi convenzionali – e da Fimmg e Cisl Medici il nuovo Accordo collettivo nazionale della medicina generale. Di fatto si tratta di un semplice allineamento normativo, perché l’intesa copre il triennio 2016-2018 e formalizza aumenti che erano già stati concessi unilateralmente dal decreto legge 23 aprile 2020, in virtù dell’emergenza sanitaria e della sospensione dei negoziati in corso. In sostanza, la quota variabile annua per assistito che remunera la partecipazione dei medici di assistenza primaria ai programmi regionali di governo clinico passa da 3,08 a 4,74 euro (la quota capitaria annua a forfait rimane invece ferma a 41,32 euro); il compenso orario per i medici della continuità assistenziale e altri servizi aumenta di 0,53 euro e arriva a 23,39 euro (tutte le cifre sono al netto degli oneri previdenziali e fiscali).

Spiccano però anche alcune novità normative importanti: si realizza per esempio il Ruolo unico, con cui vengono integrate in una sola figura medico di mg e di continuità assistenziale (guardia medica), un passaggio che prepara la realizzazione delle Case di comunità previste dal Pnrr. E si formalizzano le Aggregazioni funzionali territoriali (Aft), introdotte dalla Legge Balduzzi del 2012 e già realtà in diverse regioni ma mai recepite in un’intesa convenzionale.

«Questo traguardo» ha commentato il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga «è stato raggiunto dopo una lunga e impegnativa trattativa e contiene aspetti innovativi importanti per la medicina del territorio, rispetto alla quale ci attendono sviluppi ulteriori anche alla luce di quanto previsto dal Piano nazionale di resilienza». «Con la firma dell’Acn 2016-2018» osserva il segretario nazionale della Fimmg, Silvestro Scotti «mettiamo fine a un travagliato iter iniziato 10 anni fa con la Legge Balduzzi, caratterizzato da un lungo periodo di sospensione ope legis dei rinnovi contrattuali seguito da un sostanziale stallo negoziale e infine dalla pandemia. Con questa firma, la Fimmg lancia la sfida alla politica sulla volontà di evolvere e attualizzare il ruolo del medico di medicina generale nel coordinare e garantire le cure primarie territoriali e la presa in carico dei bisogni socio-sanitari dei cittadini».