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Nuovo green pass e obbligo vaccino per i sanitari, giovedì il decreto

23 Novembre 2021

Si restringe la casistica che obbliga i non vaccinati a sottoporsi a tampone antigenico: il green pass da test rapido darà diritto a frequentare soltanto il luogo di lavoro e i mezzi pubblici, perché per gli spazi di maggiore afflusso – come bar, ristoranti, teatri, cinema, stadi, palestre, piscine – servirà invece il “super green pass”, che potranno ricevere soltanto vaccinati e guariti da covid. E’ quanto dovrebbe prevedere, secondo le anticipazioni della stampa di ieri, il decreto che il Governo dovrebbe approvare giovedì perché entri in vigore il prima possibile.

Le disposizioni sono quelle concertate ieri sera nel summit a distanza che ha messo di fronte il Governo (con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Roberto Garofoli, e i ministri della Salute, Roberto Speranza, e degli Affari Regionali, Mariastella Gelmini) e i presidenti delle Regioni. Dai quali è partita una richiesta chiara e inequivocabile: per evitare un nuovo lockdown che avrebbe conseguenze disastrose sull’economia e sul commercio, visto che si avvicina il periodo natalizio, occorrono misure decise. «Ho appena chiesto al governo, e con me la stragrande maggioranza dei presidenti» ha dichiarato al termine del summit il presidente della Liguria, Giovanni Toti «di garantire a chi si è vaccinato e corre molti meno rischi la certezza che non ci saranno nuove limitazioni. Per questo occorre diversificare le attività a seconda che un cittadino abbia un green pass da vaccino o da tampone. È provato che a riempire i nostri ospedali e le nostre terapie intensive sono per la stragrande maggioranza persone non vaccinate, non possiamo permetterci misure che riguardino interi territori, pena un’ondata che raffredderà tutte le aspettative economiche e sociali dei prossimi mesi, dagli ordinativi per il Natale alle prenotazioni per le vacanze fino alle assunzioni stagionali».

Le richieste dei governatori che Palazzo Chigi ha già condiviso (e quindi dovrebbero trovare posto nell’imminente decreto) sono soprattutto due: anticipo della terza dose a cinque mesi dall’ultima vaccinazione e richiamo obbligatorio per sanitari e personale in servizio nelle Rsa. Poi, come detto, dovrebbe esserci la ristrutturazione del green pass: la versione “super” riservata soltanto a vaccinati e guariti – che dà diritto a circolare ovunque – e quella “normal” per chi non vuole vaccinarsi e quindi si affida ai tamponi, utile soltanto ad andare al lavoro, viaggiare sui mezzi pubblici e poco più.

C’è invece maggiore incertezza sulle altre ipotesi circolate nei giorni scorsi, a partire dalla contrazione a 24 e 48 ore rispettivamente di antigenici e molecolari. L’eventualità resta sul tavolo, ma secondo il Corriere della Sera una decisione definitiva verrà presa soltanto dopo avere sentito tutti i pareri degli esperti scientifici. Stesso discorso per la proposta, sostenuta da alcune Regioni, di estendere l’obbligo della terza dose anche al personale dei servizi pubblici. «Non dobbiamo né possiamo aspettare altro tempo» ha comunque chiosato il presidente della Lombardia, Attilio Fontana «non possiamo aspettare che il virus detti le regole del gioco. Servono provvedimenti rapidi, un green pass che consenta l’attività solo a chi è vaccinato/guarito. Non deve esserci inerzia».