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Paxlovid, distribuzione deludente. Rasi: coinvolgere farmacie

23 Marzo 2022

La distribuzione di Paxlovid, l’antivirale di Pfizer per il trattamento delle forme lievi di covid, deve passare dalle farmacie del territorio. Lo afferma Guido Rasi, ex direttore generale dell’Aifa e dell’Ema e consigliere del Commissario all’emergenza pandemica, in un’intervista pubblicata ieri da Quotidiano Sanità. Sul tavolo, gli ultimi dati sull’utilizzo del farmaco, che al momento è distribuito soltanto nei centri ospedalieri selezionati dalle Regioni, su segnalazione del mmg e prescrizione dello specialista: l’accordo firmato da ministero della Salute e Aifa con l’azienda produttrice copre 600mila trattamenti completi, alle amministrazioni regionali ne sono stati consegnati finora 11.200 ma all’8 marzo ne sono stati somministrati poco più di duemila soltanto.

Eppure, osserva Rasi, «dopo due anni di pandemia sappiamo ormai molto bene quali siano le fasce di popolazione più a rischio». E c’è da sperare che il sottoutilizzo non discenda dal proposito di «risparmiare risorse pubbliche utilizzando un trattamento in meno rispetto ad uno in più: non ha senso visto che parliamo di farmaci pre-acquistati».

Per Rasi dunque, all’origine dei deludenti numeri ci sarebbe innanzitutto l’assenza di iniziative di formazione che avrebbero aiutato ad allargare «la base di prescrizione», coinvolgendo i medici di medicina generale che ancora oggi non sono abilitati a prescrivere il farmaco. «Ugualmente» aggiunge «non vedo perché non si debba affidare la loro distribuzione capillare alle farmacie del territorio». Un’esclusione inspiegabile, dice Rasi, considerata anche quel è la tempistica del percorso da cui dipende l’accesso alla terapia: prima il tampone per accertare la positività, poi la valutazione del medico di famiglia sul dercorso dei sintomi, quindi il medico specialista per la prescrizione prima e la farmacia ospedaliera per la dispensazione. «Si rischia di arrivare tardi» è la conclusione dell’ex dg di Aifa ed Ema «abbiamo una rete capillare di medici di famiglia e farmacie sul territorio, coinvolgerle sarebbe fondamentale».