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Deprescrizione, pronte al via sperimentazioni a Vercelli e Jesi (Ancona)

16 Luglio 2019

La deprescrizione, ossia il percorso di revisione che mira a sfoltire ricette e medicinali assunti dai pazienti in politrattamento, continua a fare proseliti nelle Asl e nei servizi farmaceutici. Basta andare per esempio a Vercelli, dove l’azienda sanitaria si appresta a lanciare una sperimentazione in alcune delle sue Unità operative e nelle cinque Case della salute del suo territorio. Il perno del progetto è il Passaporto farmacologico, una sorta di scheda individuale del paziente per la ricognizione e la riconciliazione farmacologica. Le due pratiche sono note: la prima consiste nell’elencazione dei farmaci che il paziente assume (con indicazione del principio attivo, del dosaggio e della posologia), la seconda ha invece per obiettivo quello di armonizzare le terapie farmacologiche e superare la complessità prodotta dalla stratificazione delle prescrizioni mediche.

L’obiettivo principale, ovviamente, è quello di rimettere ordine nelle politerapie e recuperare aderenza terapeutica rimuovendo interazioni farmacologiche e cascate prescrittive, così come individuare precocemente prescrizioni potenzialmente inappropriate. L’Asl, tuttavia, non nasconde che tra gli obiettivi ci sia anche la riduzione della spesa farmaceutica, che dovrebbe concretizzarsi quando la sperimentazione lascerà il posto alla fase a regime, con un’estesa adozione del Passaporto in tutti i servizi dell’Azienda.

Da Vercelli a Jesi, nelle Marche, percorso e obiettivi della deprescrizione non cambiano. Nell’ospedale della cittadina anconetana è aperto dall’11 luglio un ambulatorio della riconciliazione farmacologica che mira agli stessi obiettivi del progetto piemontese: snellire la prescrizione a cascata e sfoltire le politerapie da ridondanze e inappropriatezze. L’ambulatorio sarà materialmente operativo da settembre e lavorerà con il supporto di una piattaforma informatica dove verranno registrati i dati di tutti i pazienti che assumono più di sette farmaci. I medici dell’ospedale consulteranno le terapie e decideranno se semplificarle. Con benefici immaginabili anche sulla spesa farmaceutica.