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Ue, accuse di mancata trasparenza su sms tra von Der Leyen e ceo di Pfizer

15 Luglio 2022

La Commissione Ue non ha mostrato la dovuta trasparenza sulla questione degli sms che nella primavera dell’anno scorso si sarebbero scambiati la presidente Ursula von der Leyen e il ceo di Pfizer, Alberto Bourla. Lo scrive in una nota diffusa ieri il difensore civico europeo, Emily O’Reilly, che censura il comportamento della Commissione riguardo alle richieste di informazione formulate dalla stampa.

A parlare per primo del caso era stato il New York Times, che aveva riferito di ripetuti contatti tra von der Leyen e Bourla nei giorni in cui Bruxelles stava trattando con Pfizer l’acquisto di 1,8 milioni di dosi di comirnaty, per un valore (stimato) di 35 miliardi di euro. In seguito a tali rivelazioni il giornalista Alexander Fanta, di Netzpolitik.org, aveva presentato una richiesta di accesso ai messaggi di testo della presidente della Commissione Ue ai sensi del Freedom of information act.

«A un anno dalla richiesta» accusa O’Reilly nella nota «la Commissione non ha ancora chiarito se questi messaggi esistano o meno né se il pubblico abbia il diritto di conoscere i contenuti». Il modo con cui Bruxelles ha gestito questa pratica, prosegue il difensore civico «lascia la spiacevole impressione di un’istituzione Ue che non è trasparente sulle questioni di interesse pubblico».

La nota si conclude con una serie di raccomandazioni che dovrebbero evitare il ripetersi di casi analoghi: «Tutti messaggi di testo relativi al lavoro della Commissione dovrebbero essere riconosciuti come documenti ufficiale dell’Ue»; occorre dunque che siano «adottati strumenti tecnologici con i quali assicurarne la registrazione.