estero

Contraffazione farmaci, dalla Ue il quadro sanzionatorio adottato dai singoli Paesi

27 Gennaio 2018

Sono 21, Italia compresa, gli Stati dell’Unione europea che puniscono penalmente la fabbricazione, la distribuzione, il brokeraggio, l’importazione, l’esportazione e la vendita a distanza di medicinali contraffatti. Negli altri sette, invece, alcune di tali attività comportano soltanto sanzioni civili, cioè ammende: in Bulgaria, per esempio, hanno rilevanza penale soltanto l’importazione e l’esportazione di medicinali falsificati, in Finlandia non sono previste sanzioni per brokeraggio o esportazione, in Lettonia importazione ed esportazione sono punti soltanto con ammende. E’ il quadro tracciato dal Rapporto con cui la Direzione generale per la sicurezza dei medicinali e degli alimenti di Bruxelles ha messo a confronto i sistemi sanzionatori messi in campo dai Paesi membri con il recepimento della direttiva 2011/62/UE sulla falsificazione dei medicinali.

L’obiettivo dell’indagine, pubblicata ieri, è quello di disporre di una panoramica delle misure con cui gli Stati Ue perseguono i reati connessi alla contraffazione e di una valutazione sull’efficacia di tali interventi. E la prima constatazione che emerge evidente è l’estrema eterogeneità delle disposizioni: la durata massima delle pene detentive, per esempio, varia da uno a quindici anni a seconda dei Paesi (in Italia arriva a 12, sono più severi di noi soltanto tre Stati); l’importo massimo delle ammende, invece, va dai 4.300 euro della Lituania e al milione della Spagna (l’Italia in questo caso si dimostra più “morbida” e si ferma a 15.600 euro).

«Le sanzioni penali» scrive in particolare la Direzione generale «sono efficaci e dissuasive sia nella catena di fornitura legale sia in quella illegale. Le sanzioni amministrative sono utili per contrastare le violazioni nella catena di fornitura legale, nella quale gli operatori dipendono dalle autorizzazioni, ma non possono avere un effetto adeguato sugli operatori del mercato illegale, che agiscono già senza autorizzazione». La falsificazione dei medicinali, è la conclusione dello studio «può essere scoraggiata soltanto sulla base di una cooperazione continuativa, dello scambio delle migliori prassi e di un monitoraggio efficace della legislazione vigente».