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Estonia, l’Ordine dei farmacisti chiede di dimezzare le farmacie

14 Gennaio 2020

In Europa è considerato ottimale il quorum che si aggira attorno a una farmacia ogni quattromila abitanti. Di conseguenza in Estonia, il più settentrionale dei Paesi baltici, non dovrebbero essere in attività più di 200-250 esercizi anziché gli oltre 490 di oggi. E’ quanto ha scritto l’Ordine dei farmacisti in un comunicato diffuso poco prima di Natale per denunciare le condizioni di difficoltà in cui versa il servizio farmaceutico estone: nel 2018, scrive l’Ordine, le farmacie hanno messo assieme un giro d’affari di poco superiore ai 391 milioni di euro, quasi 90 dei quali sono serviti a coprire le spese.

Questo, continua il comunicato, significa che i costi di funzionamento hanno assorbito il 23% delle entrate delle farmacie estoni, mentre in Finlandia l’incidenza si ferma al 14%. «Se ne deduce» conclude l’Ordine estone «che la dispensazione dei farmaci avviene a costi nettamente inferiori. Se nel nostro Paese il totale delle farmacie in attività fosse ridotto del 50%, si risparmierebbero almeno 44,5 milioni di euro all’anno, cosa che consentirebbe di ridurre dell’11% il prezzo dei farmaci».