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Eurostat: Italia paese in cui si vive di più, ma non dove si sta più a lungo in salute

5 Febbraio 2019

 

Gli italiani rimangono ai primissimi posti delle classifiche europee per aspettativa di vita, ma di tutti questi anni ne trascorrono davvero in salute meno degli abitanti di molti altri Paesi Ue. Lo rivela l’ultima indagine di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea: tanto nella classifica maschile quanto in quella femminile, è la Svezia il Paese dove si vive più a lungo in salute (cioè senza malattie o disabilità che limitano le attività più usuali) cioè 73 anni per gli uomini e 73,3 per le donne. A secondo posto nella graduatoria maschile un’altra nazione scandinava, la Norvegia, con 72 anni e al terzo un altro Paese dell’Europa del Nord, l’Islanda, con 71,5 anni. Tra le donne invece, il secondo posto va a Malta, con 72,4 anni di salute piena, mentre il terzo se l’aggiudica l’Irlanda, con 69,8 anni.

E l’Italia? Sta sopra alla media europea (63,5 anni per gli uomini, 64,2 per le donne), ma se nella classifica maschile rimane vicina al podio (quinta posizione, 67 anni e 6 mesi) in quella femminile rimane lontana (ottavo posto, con 67,2 anni). Non sono certo i risultati che raccogliamo quando il parametro di raffronto è l’aspettativa di vita: nella graduatoria degli uomini siamo al primo posto con 81 anni, davanti alla Norvegia (80,7 anni) e a Malta (80,6); in quella femminile siamo al terzo posto con 85,6 anni, dietro a Spagna (86,3) e Francia (85,7).

Che cosa ciò significhi diventa evidente a calcolare il totale degli anni vissuti in salute come percentuale degli anni di vita attesa: in Italia, gli uomini si godono senza limitazioni per malattie o disabilità l’83,4% degli anni di vita che li aspettano; sembra un valore di tutto rispetto, nella classifica europea però siamo al settimo posto e sul podio svettano Svezia (90,6%), Bulgaria (89,8%) e Norvegia (89,2). Non svettiamo neanche tra le donne: siamo al nono posto con il 78,5%, ben distanti dal terzetto di testa che comprende Svezia (87,2%), Bulgaria (86%) e Malta (85,8%).