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Francia, allarme dai commercialisti: quest’anno minimi introiti da covid

15 Marzo 2023

Vaccinazioni covid e tamponi antigenici hanno contribuito all’economia delle farmacie francesi per quasi 82mila euro, facendo schizzare verso l’alto fatturato e Mol (Margine operativo lordo). Quest’anno però la pandemia non darà la stessa spinta e dunque la sfida che si prospetta per i farmacisti titolari è quella di far quadrare i conti a fronte degli aumenti di inflazione e costi vari.

L’allarme arriva da un articolo del Quotidien du pharmacien che riassume la fotografia scattata dal Cgp, il sodalizio dei dottori commercialisti che lavorano nelle farmacie. In termini di fatturato e margine, dicono i dati, il 2022 ha superato il 2021 che già appariva un anno eccezionale. Ne hanno beneficiato tutte le farmacie, a prescindere da dimensioni e ubicazione, anche se la grandezza sta diventando sempre più significativa.

Il giro d’affari medio della farmacia (calcolato su un campione di 1.807 imprese) sfiora i 2,3 miliardi di euro, in crescita di quasi l’11% sul 2021. Questi valori, come ha spiegato Joël Lecoeur, presidente di Cgp, discendono dalla confluenza di tre fattori: l’incremento delle vendite di farmaci ad alto costo, il ritorno delle patologie del freddo nella primavera e nell’autunno 2022 e i servizi covid (tamponi e vaccini) con una domanda che si è mantenuta su un livello elevato.

Il margine lordo complessivo è esploso e ha raggiunto il 32,44% del fatturato, il Mol è aumentato di 51.400 euro e ha raggiunto i 328.400 euro, pari al 14,50% (contro il 13,59% dell’esercizio precedente). Tuttavia, osserva Lecoeur, esclusi test e vaccinazioni, il Mol vale l’11,72% del fatturato, per un incremento di seimila euro soltanto.

Ed ecco dunque il nodo del problema: «La sfida ora» spiega il presidente di Cgp «sarà riuscire a fare a meno degli introiti legati ai test, che hanno portato 82mila euro nel 2022 contro i 31mila di un anno prima. Attualmente servizi e test generano vendite a valori per 141.500 euro, molto probabilmente nel corso dell’anno torneranno ai livelli del 2020-2019, ovvero 47.300 o 46.250 euro»

Di fronte a questa “perdita” di 90.000 euro, la sfida per il 2023 sarà quella di assorbire un calo del margine in un contesto di forte aumento degli oneri esterni (affitti, leasing, bollette, costo del denaro) e dei costi del personale. «Questi hanno già assorbito la metà del margine operativo lordo aggiuntivo del 2022, rispetto al solito terzo» rileva il presidente di Cgp.

Philippe Besset, presidente della Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France) concorda: «Gennaio e febbraio sono indicatori di quello che sarà il 2023. L’impatto dei prodotti costosi sulla marginalità si fa sentire più che mai mentre l’inasprimento dei rapporti con i fornitori porta a un calo degli sconti commerciali». Concorda Cgp, che per quest’anno prevede un’erosione dell’ebitda del 9,39%.